Il Romanzo della Pasta Italiana. Nunzio Russo racconta alcune storie riguardo la regina del Made in Italy a Stupor Mundi, il programma culturale in lingua siciliana.
Parlando brevemente di alcuni aspetti del rapporto tra la Sicilia e la pasta con Nunzio Russo, autore del libro “Il romanzo della pasta italiana”, Casa Editrice Tripla E, Moncalieri (To) 2015. L’autore è discendente, tanto per via paterna quanto materna, di antiche famiglie di industriali della pasta. Il Romanzo della Pasta Italiana ha ricevuto il XXI Premio Internazionale Del Museo (Roma Italia – San Francisco USA) nel 2017 a Roma.
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Il Romanzo della Pasta Italiana apre la mostra organizzata dai Lions Club sulle Antiche Arti e Mestieri della Tradizione Siciliana con il patrocinio della Città di Termini Imerese, dell'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, dell'Archivio Digitale Reggiane presso l'Unimore, del Parco Minerario Floristella Grottacalda e del Liceo Classico e Artistico di Termini Imerese.
Se Al-Idrisi, noto geografo arabo, avesse previsto, nel lontano XII secolo, tale deserto, probabilmente non avrebbe posto la sua attenzione al territorio tra Termini Imerese e Trabia, la “Trabia”, dove “si fabbrica tanta copia di pasta (Yttriyya) da esportarne in tutte le parti”. È nota a tutti la querelle sul luogo d’origine della pasta, su cui non ci addentriamo in maniera specifica, perché una cosa è certa: la pasta è un prodotto di origine siciliana e in contrada Mulinelli, nei pressi del fiume San Leonardo di Termini Imerese, sorsero antichi insediamenti produttivi.
Leggendo “Il Romanzo della Pasta Italiana” (ed. Edizioni Esordienti Ebook 2015, Moncalieri) di Nunzio Russo, figlio e nipote di pastai da entrambi i rami della famiglia, la “Russo” di Termini Imerese e la “Messineo” di Trabia, si può ripercorrere la storia di un’industria, ma anche di un territorio e della sua gente nel Novecento. Già nel 1875 a Termini Imerese operava la ditta Russo grazie a macine, semolatrici, impastatrici, torchi e gramolatrici e all’uso delle pregiate acque termali (Bontempelli e Trevisani, La Sicilia industriale commerciale e agricola, Milano 1903).
Col tempo arrivarono in Sicilia la pressa continua, prodotta, ad esempio, dalle OMI (Officine Meccaniche Reggiane di Reggio Emilia) e le linee automatiche di essiccazione e, quindi, la vasta produzione prese il largo verso l’America. Pasta lunga e corta delle ditte Russo, D’Asaro, Di Cola & figli di Termini Imerese varcò i confini dell’Italia in confezioni di cartone o in buste di cotone. Nel secondo dopoguerra l’industria siciliana della pasta vive il periodo di massimo splendore: il pastificio di Antonino Russo fu Nunzio di Termini Imerese, solo per citare un esempio, è ormai una costruzione monumentale di sette piani!
Ma alla fine degli anni Cinquanta nascevano i primi pastifici in America e in Australia, mentre nell’Italia settentrionale prodotti Barilla e Agnesi spopolavano sulle tavole degli italiani. Inizia il declino dei pastifici siciliani: l’ultimo tentativo il progetto di un grande pastificio automatico in linea a Termini Imerese, costituendo una S.p.A. delle famiglie di pastai (Antonino Arrigo & figli, Antonino Russo fu Nunzio e Giuseppe Pusateri Badali’).
Nel sito dove sarebbe dovuto nascere il più grande pastificio dei maestri siciliani abbiamo visto sorgere la Sicilfiat, dove oggi regna la desolazione di fronte ad uno stabilimento inattivo da anni…
Oggi in Italia si contano grandissimi pastifici industriali, ma rimane l’amaro in bocca del “culto” della pasta, una tradizione nata in Sicilia, terra che, come in molti altri casi, non ha saputo proteggere le sue creature.
La più grande eredità che gli adulti possono lasciare ai giovani è la memoria. Sembra questo il pensiero che ha ispirato Nunzio Russo durante la stesura di questo libro, un breve “romanzo” del prodotto che forse più spesso viene associato agli italiani all’estero, la pasta, con la sua storia lunghissima e ricca di scoperte ed evoluzioni. L’autore ci indica come data di nascita della pasta il lontano 1154 presso un piccolo paese vicino Termini Imerese, oggi conosciuto per le vicende legate alla Fiat, ma che moltissimi anni fa era un centro di eccellenza della produzione gastronomica italiana. Non possiamo che chiederci cosa sarebbe accaduto, se nel corso dei secoli, la Sicilia non fosse diventata teatro di conflitti generazionali che hanno impedito l’innovazione e se la ben nota difficoltà nei trasporti e nella movimentazione delle merci nel Sud Italia non avesse spostato l’interesse per la produzione di pasta verso il più organizzato Nord. Un libro che ha il profumo della passione per il proprio mestiere e le proprie radici, la narrazione è accurata e arricchita da foto d’epoca, dalle prime confezioni di pasta, ai macchinari e ai documenti storici. Da leggere e da gustare.
La pasta è nata in Sicilia, e il suo luogo d’origine è una zona compresa tra Termini Imerese e Trabia, in provincia di Palermo. I ricercatori ci comunicano notizie di questo prodotto unico nella storia della scienza alimentare fin dal 1154. Questo avvenne cento anni prima della nascita di Marco Polo, per centinaia d’anni considerato l’esploratore che – scopertala in Cina – la fece poi conoscere in Occidente.
Il brano che avete appena letto lo trovate ne Il Romanzo della Pasta. Un lavoro su cui da mesi ho buttato l’occhio visto la possibilità di integrarsi che ha con la mia rubrica dedicata alla cucina e che pure la Giornata Mondiale della pasta del 25 ottobre scorso mi ha ricordato.
Non potevo perciò non segnalare il prezioso lavoro dello scrittore siciliano Nunzio Russo, discendente, tra l’altro, da entrambi i rami delle antiche famiglie di produttori di pasta alimentare siciliana: la “Russo” di Termini Imerese e la “Messineo” di Trabia.
Un’opera che presenta lo sviluppo della pasta secca attraverso un affascinante percorso storico.
Un’etnostoria della pasta alimentare, piena di suggestioni e di informazioni che dettano verità su uno degli alimenti principi della dieta mediterranea e della cucina mondiale.
Un libro accompagnato inoltre da una cinquantina di immagini e impreziosito dalla prefazione di luminari come il prof.Carlo Clerici docente all’Università di Perugia e direttore dell’unità di gastroenterologia dell’Ospedale di Santa Maria della Misericordina di Perugia e il prof. Kenneth Setchell, direttore dellaClinica Mass Spectometry del Children Hospital.
Everybody agrees that the pasta produced in Torre Annunziata and in Gragnano represents the excellence of the Italian production; in fact, it can’t be said that such products are to be despised. But to be fair, we ought to recognize that the place of origin of this industry is Sicily, and specifically Termini Imerese, where they produce pure durum wheat semolina pasta, without using heterogeneous materials as many other factories do. On the shore, not so far from the city and close to the thermal establishment, there’s a new-built factory which is the result of many years of work. It belongs to the Russo Company, which has existed since 1875, and has been able to conquer an enviable place among the companies exporting Sicilian pasta. Bontempelli e Trevisani, La Sicilia Industriale Commerciale e Agricola, Società Tipografica Editrice Popolare, Milano, 1903.
This book doesn’t just recall a family and a company’s events; above all, it recalls those who have left a message to the next generations by means of their work, and who now rest in peace. This book is also addressed to today’s businessmen, but also to all young persons, so they may think. Business is not a game. It is a mission supported by honesty and capitals. Giving work is both a charitable and laical action that requires courage. You might lose everything and you need to be strong enough to face prevarication.
Nunzio Russo with a great act of love for the truth and the culture about the pasta, the Queen of the Mediterranean diet, the intangible cultural heritage of humanity, Unesco 2010, donated the oldest documents of the Russo Pastificio to digital archive of Reggio Emilia, maintained by the University of Modena and Reggio Emilia, making it accessible to students and researchers. The Reggiane, in Reggio Emilia, were the suppliers of equipment by which they produced the raw material of Sicilian pasta and were the builders of an industrial machine, the groats cleanser, which for years helped to produce pasta in Termini Imerese in Sicily. The Purifier today has returned to Reggio Emilia thanks to Nunzio Russo, and is exposed at the entrance of the Technopole Reggiano of Unimore. Every time you hear the Maestrale blow, definitely Nunzio Russo is in a school, at a Conference, at an exhibition of books, among the people to tell his story, his family’s history, the Sicily’s active history, the pasta’s history that much freedom could have continued to give.
È uscito il libro «Il Romanzo della Pasta Italiana» di Nunzio Russo, scrittore termitano e discendente di un’antica famiglia di produttori di pasta alimentare siciliana. Il libro, disponibile in formato cartaceo ma anche in ebook, presenta, in 80 pagine, la storia della pasta secca e traccia un affascinante percorso storico della pasta alimentare accompagnato da una cinquantina di immagini.
Il volume, presentato dallo stesso autore per la prima volta l’11 febbraio nel corso della conferenza svoltasi nell’auditorium del liceo scientifico “Nicolò Palmeri” sui “Grani Duri Antichi Siciliani, il benessere nella tradizione”, si pone come l’unico testo al mondo che nasce dalla terra dove la pasta secca (a lunga conservazione) nei fatti è nata, e giusto nell’anno dell’Expo.
Finora il romanzo si era presentato come un Power Point, realizzato dallo stesso Russo, attraverso cui l’autore ripercorreva le origini della pasta italiana nel corso di eventi e manifestazioni a tema. Con il libro, tale memoria ha preso corpo rappresentando una importante base per parlare di “storia della pasta italiana”.
«Non si può dire esattamente dove e quando è nata la pasta – scrive Nunzio Russo nelle prime pagine del suo libro -, perché appare sulle nostre tavole grazie alla buona volontà di quella prima massaia siciliana che ha messo insieme semola di grano duro e acqua a forza di braccia». Ma ci sono documenti, come quello del geografo arabo Al Idrisi, che ci parlano della produzione di pasta in una località tra Termini Imerese e Trabia nel 1154. Certo è che i primi mulini necessitavano della forza meccanica dell’acqua per le macine, quindi non potevano che sorgere nelle vicinanze di fiumi. Lo scrittore, figlio di due famiglie di pastai (“Russo” di Termini Imerese e “Messineo” di Trabia), dedica il libro al papà Francesco e parla anche della vivace industria pastaia del territorio a cavallo tra ‘800 e ‘900.
Nell’excursus storico si arriva fino ai giorni nostri che vedono la nascita della pasta al «germe di soia» che porta il nome di «Aliveris» (società che detiene il brevetto di questa pasta – ottenuto grazie ai ricercatori Carlo Clerici e Kenneth DR Setchell – il cui unico produttore al mondo è il Pastificio Filiberto Bianconi) e che unisce alla pasta di semola di grano duro la soia, tipico ingrediente della cultura culinaria asiatica e molto usato in Cina, Giappone e Indonesia.
Il testo, un pamphlet, è dunque un breve saggio agevole nella lettura e completo nei contenuti tanto che permette di apprendere qualcosa sulla pasta italiana in poco tempo. E basato sull’etnostoria: la ricerca si fonda su fonti canoniche scritte e tradizioni orali. Il risultato è un approccio al presente e al futuro grazie a retrospezione e manifestazioni della cultura popolare.
“Questo libro manifesta il desiderio di dare voce alla parte migliore di tutti noi, gente del sud. Uomini e donne che con la loro esistenza hanno lasciato un positivo messaggio alle nuove generazioni, di fatto dando il via all’agro industria e al made in Italy più famoso”.
La pasta è l’elemento base della cultura alimentare italiana ed è ampiamente utilizzata nella dieta mediterranea, l’opera di Nunzio Russo, “Il romanzo della Pasta italiana” (EEE.book, 2015), ne racconta la nascita, la diffusione, l’uso e soprattutto cos’è per lui e cos’è stata per la sua famiglia di antichi pastai di Termini Imerese.
La pasta è “la pietanza dell’unione e dell’amore, ma anche il segno del raggiunto benessere di un popolo, la regina della Dieta Mediterranea e il patrimonio culturale immateriale dell’umanità, Unesco 2010”. La pasta è nata in Sicilia intorno al 1154. “Non si può dire con precisione però esattamente quando e dove è nata – ci tiene a chiarire l’autore – perché nasce con l’impasto della massaia che mette insieme farina e acqua. Ci sono dei documenti, comunque, come quello del geografo arabo Al Idrisi, che ci parlano della produzione di pasta in una località tra Termini Imerese e Trabia appunto nel 1154. Certo è che i primi mulini necessitavano della forza meccanica dell’acqua per le macine, quindi non potevano che sorgere nelle vicinanze di fiumi”. E Termini Imerese di fiumi ne ha ben cinque.
Lo scrittore, figlio di due famiglie di pastai, “Russo” di Termini Imerese e “Messineo” di Trabia, descrive nel suo libro, il florido commercio sviluppatosi intorno alla pasta a Termini Imerese e a Catania fino a tutti i secoli XVII e XVIII. Dalla Sicilia, ci racconta con amore Nunzio Russo, la pasta raggiunse la Liguria e poi la Campania. Da qui si approdò con grande fortuna ai mercati d’oltreoceano. Proprio in questi periodi nacquero le prime corporazioni e i primi regolamenti legislativi. Molte delle piccole e medie industrie di pasta confezionavano anche una specialità esclusiva di acciughe salate in scatole.
Questo saggio è comunque soprattutto la testimonianza di come si faceva imprenditoria in Sicilia nell’Ottocento e nella metà del Novecento e come a causa dei costi di trasporto e dell’assenza di una rete autostradale i produttori, gli artigiani, gli imprenditori siciliani hanno dovuto soccombere a quelli delle regioni settentrionali, ad aziende molto più grosse, più all’avanguardia e vicine ai mercati nazionali e internazionali, Barilla e Agnesi hanno avuto una crescita esponenziale.
La grandezza di quest’opera sicuramente sta nel portar alla luce con documenti alla mano la chiusura di oltre quarantacinque pastifici nella zona di Termine Imerese che riuscivano a produrre giornalmente 14.521 quintali di pasta e esportarla persino in America. Gli ultimi industriali della pasta in Sicilia si riunirono nel 1960 per studiare un progetto ambizioso: un grande pastificio automatico proprio presso la nascente zona industriale di Termini Imerese, come dire produrre pasta e buona pasta nel solco della tradizione invece di macchine Fiat.
“Alla fine però l’accordo non è sottoscritto”. “E quindi il sogno dei pastai di Sicilia, la terra dove è na
Nunzio Russo con gli autori della prefazione de “Il Romanzo della Pasta Italiana“. Sono Kenneth DR Setchell e Carlo Clerici, come dire il massimo nell’innovazione e nella ricerca nel campo della nutrizione.
Il Prof. Kenneth DR Setchell è l’ideatore della pasta al germe di soia, ha iniziato a lavorare a questo progetto nel 1995, i suoi studi sui cibi a base di soia risalgono agli anni Ottanta. Nel 2003 ha ottenuto il più prestigioso riconoscimento in campo di nutrizione il Roche/DSM Award for Innovative Research in Nutrition.
La Pasta di semola con Germe di Soia
Introdurre nella pasta di semola il “germe di soia”, ricco di isoflavoni (molecole che permettono di prevenire alcune malattie diffuse tra le popolazioni occidentali), è stato l’obiettivo perseguito per anni dal professore Kenneth DR Setchell (sin dal 1980) e, più tardi, dal professore Carlo Clerici, docente all’Università di Perugia e direttore dell’unità di gastroenterologia dell’Ospedale di Santa Maria della Misericordina di Perugia. I due ricercatori hanno lavorato insieme a questo progetto dalla fine degli anni ’90 arrivando, nel 2000, all’attuale formulazione della pasta Aliveris, che per porzione contiene 33 mg di isoflavoni (ovvero quanto presente in una dieta di tipo asiatico). Nel 2003 è arrivato per il professore DR Setchell il premio internazionale Roche per l’innovazione nel campo della nutrizione (International Award for Innovative Research in Human Nutrition) e da lì una serie di pubblicazioni sugli studi dei due ricercatori. Studi e ricerche che continuano tutt’oggi. I professoriKenneth DR Setchell e Carlo Clerici hanno così risposto ad alcune domande.
È uscito il libro «Il Romanzo della Pasta Italiana» di Nunzio Russo, scrittore e discendente di un’antica famiglia di produttori di pasta alimentare siciliana. Il libro, disponibile in formato cartaceo ma anche in ebook, presenta la storia della pasta secca e traccia un affascinante percorso storico della pasta alimentare accompagnato da una cinquantina di immagini.