Forse e’ perché non sono un tipo triste, ma ho bisogno io del sole e di uno sgangherato tavolino, l’ombra di un fico selvatico e il mare lì vicino, così da sentire la risacca e quasi dondolarmi. In più, qualche altra cosa non guasta. Vedo ancora i miei figli bambini, correre incontro a me, sempre sotto quel fico, bombardato da qualche frutto maturo, e loro bravi a prendere alla gola i sentimenti del padre e furbi portarmi sulla battigia, per il tramonto del sole. Mi ricordo le corse sulla sabbia, insieme con loro, per raggiungere l’affiorante lontana scogliera, mentre pure alcuni fogli del quaderno svolazzavano, decisi a lasciare quel tesoro di quasi libro, sogno di un’esistenza ormai convinta ad innalzarsi nella lode. La matita poi, quel carboncino di magia stava infilato nell’elastico del costume come la colt di John Wayne nei film americani. Pronta a sparare. E che ricordi quelli della gomma per cancellare. Se manca, non c’è romanzo e neanche vita. Lei proprio non voleva trovare degna sistemazione. Allora danzava, al ritmo della corsa a piedi nudi, da una mano all’altra, tradendo prima la destra e dopo la sinistra. Sinuosa donna, che sempre cambia le forme, con l’uso del suo corpo, valchiria d’indimenticabili battaglie d’amore, come si conviene a gente come lei, combattute su più letti, e tutti questi fatti di carta e ben rincalzati dentro le copertine.
Racconta la tua esperienza come autore
Senza dubbio è atto d’amore. Quel sentimento che nasce dal venire al mondo, e da una crescita educata al rispetto dei valori. E’ difficile scrivere storie, per questo motivo bisogna possedere buona coscienza e spirito di servizio verso l’altro. In questo caso, il lettore.
Che cosa ispira il tuo modo di scrivere
Quanto è sempre attuale nell’animo di ciascuno, pure se taluni evitano di mostrare questa essenza: la famiglia. E’ li che si custodisce il passato, e senza questo è impossibile vivere il presente e realizzare il miglior futuro.
Parla della trama del tuo libro
La Voce del Maestrale parla da tempi remoti nelle terre siciliane, nascosta tra lo splendore della campagna e l’azzurro del mare. In questo contesto vive e opera agli inizi del novecento una famiglia di industriali del sud, interpreti di un sogno che resiste ai venti del cambiamento che giungono da governi nazionali e dalla criminalità. Attraverso le generazioni si sviluppa la vicenda dei protagonisti, i successi e le sconfitte, gli amori e le delusioni. Su tutti scende come una colonna sonora la voce del maestrale, che poco per volta diventa quel grido di un popolo che conquista la libertà.
I tuoi personaggi prendono spunto da alcuni lati del tuo carattere
No, vivono di luce propria. Hanno carattere e personalità uniche come nelle vita reale. La cosa difficile è entrare nella testa di ciascuno, guardare il mondo con quegli occhi. Ma questa è altra cosa: è il mestiere dello scrittore.
Prediligi un genere specifico oppure la tua scrittura spazia in altri campi
Amo i romanzi, soprattutto quelli con una forte connotazione storica. Allo stesso tempo è opportuno e vitale che dalla storia nasca un messaggio utile alla società di oggi e di domani. Ho scritto anche un saggio sulla vicenda del prodotto più famoso del Made in Italy, Il Romanzo della Pasta Italiana, sempre pubblicato da Edizioni Esordienti Ebook.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro
Scrivere un romanzo che, come La Voce del Maestrale, sia apprezzato e letto per tanti e lunghi anni. E’ questa la migliore tradizione della letteratura siciliana, da Tomasi di Lampedusa a Verga, da Pirandello a Sciascia, passando per De Roberto e tanti altri illustri nomi.
Cosa consiglieresti a un autore esordiente
Artista o ci nasci o non lo diventi. Ma attenzione, esiste un’altra via. Tanti anni addietro, da ragazzo, decisi di realizzare un sogno: correre da pilota la Targa Florio, la gara automobilistica più antica del mondo. Un grande pilota del passato, vincitore di un’edizione mondiale della corsa, mi dava lezioni di guida veloce. Un giorno mi disse di provare, riprovare e iscrivermi ovunque c’erano delle competizioni. Alla fine imparerai, concluse. Ebbene, sono riuscito a coronare quel desiderio giovanile. Ho fatto la Targa Florio, guidando un’Alfa Romeo rossa. Sono stato tra i pochi piloti siciliani giunti al traguardo. Questa breve storia, forse, può servire.
Nunzio Russo (Palermo 1960), discende da antichi produttori di pasta alimentare siciliana. Secondo la rigida tradizione familiare, appena adolescente si accosta all’attività imprenditoriale paterna. Oggi è un libero professionista, da volontario raccoglie testi antichi e classici trasferendoli su supporto elettronico a vantaggio delle future generazioni e si occupa di comunicazione ed editoria per il sindacato degli agenti immobiliari italiani. Ha due grandi passioni: la Sicilia e l’Africa. Il suo blog è www.nunziorusso.it
Frank Capra. Bisacquino, città natale del grande regista, ospita i racconti di una Sicilia che fa innamorare.
Nelle migliori storie del cinema sempre vive la letteratura come, alle volte, alcuni libri diventano preziose immagini nell’animo di ciascuno. Se volete o potete, Nunzio Russo vi mostra questa magia nella città di Frank Capra.
Tempo di Migrazioni, Tempo di Integrazioni.
Due giorni di Racconti e ricordi che passano attraverso le suggestioni evocate dalla vita di Frank Capra "uno che ce l’ha fatta" (Sino A. Caracappa). La Voce del Maestrale e Il Romanzo della Pasta Italiana presentati alla rassegna dedicata al grande regista nativo della cittadina siciliana.
Vi aspettiamo il 4 agosto 2015 alle ore 21:30 in Piazza Triona con Il Romanzo della Pasta Italiana. Il 5 agosto 2015 alle 20:00 nella Sala Consiliare.
Una Sicilia e una citta’, Bisacquino, che raccontano le piu’ belle storie del sud.
“Tempo di Migrazioni, Tempo di Integrazioni”, e’ stato un vero e proprio happening fatto di cultura, cinematografia, arte, premi, artigianato, laboratori e intrattenimento che Bisacquino ha organizzato per celebrare uno dei figli più illustri, Frank Russel Capra, nato Francesco Rosario Capra proprio in questo Comune in provincia di Palermo, il 18 maggio 1897.
Ad aprire il cartellone di appuntamenti, alle 20, saranno le presentazioni dei libri “La voce del Maestrale” di Nunzio Russo, “Quattro pagine in più” di Eleonora Fisco e “Donne allo specchio” di Daniela Spalanca. Alle 20.30, per la sezione “docufilm e cortometraggi”, in programma “Va pensiero storie di ambulanti” e “Viola Strappata”, mentre alle 21.30 è prevista “Donne e Migranti”, omaggio a “Nuovo cinema Paradiso” di Giuseppe Tornatore, con Totò Cascio.
“Il Romanzo della Pasta Italiana”, il nuovo saggio di Nunzio Russo è stato presentato dallo stesso autore, insieme con numerose immagini che hanno introdotto i presenti nell’affascinante mondo della pasta: il Made in Italy più famoso al mondo nato, appunto, in Sicilia.
Lions Sicilia.”Antiche arti e mestieri della tradizione siciliana: occasioni di sviluppo sociale ed economico” e Il Romanzo della Pasta Italiana.
Nella splendida cornice del Museo civico B. Romano di Termini Imerese i Clubs Lions Termini Himera Cerere, Termini Imerese Host e il Leo club Termini Imerese inaugureranno martedì 17 novembre alle ore 9:00 la mostra su “Antiche arti e mestieri della tradizione siciliana: occasioni di sviluppo sociale ed economico”, che sarà visitabile fino al 6 gennaio 2016.
L’iniziativa ha il patrocinio del Comune di Termini Imerese, dell’ UNIMORE, dell’Archivio digitale Reggiane, del Club Unesco di Reggio Emilia, dell’Accademia italiana della cucina (Istituzione della Repubblica Italiana – Delegazione di Cefalù e di Palermo), del Parco minerario Floristella Grottacalda, dell’I.I.S.S. G. Ugdulena e del Museo civico Giovanna Bellomo di Montemaggiore Belsito.
Uno Spazio Poesia sta davvero bene in questo blog. E poi, queste rime presentano le nozze d'oro e la famiglia. Scorrevoli e semplici versi intrisi d'essenziali verita'. Ecco Adele La Manna Giuffre', poetessa siciliana. La breve recensione è nel video.
DEI VERSI PER LE NOZZE D'ORO
Al Dottor Messineo genero mio
Piace tanto il cosiddetto… babbio
E in cio' siam d'accordo pienamente:
Pure a me piace parlar scherzosamente.
Ora egli sa che il trenta del mese
Purtroppo ricorre a nostre spese
Una data formidabile
Una data indimenticabile
Volete sapere quale essa sia?
E per cui mio genero mi chiede poesia?
Sapendo che alle volte pensieri diversi
Frullano nella mia mente a base di versi
A lui portando l'euforia
Di beffeggiarmi per la poesia,
Così io volendo rallegralo,
Cerchero' come meglio accontentarlo.
La data di cui sopra ho parlato
E per cui così tanto ho favellato
Si riferisce al dì del matrimonio
Che chiamerei dì… di manicomio
Parlo dei matrimoni in generale
Che, pensate, uniscono in legale
Due esseri in eterno, all'infinito
Fino al giorno del loro ultimo anelito.
E cio' non far vi par da manicomio?
O dobbiamo dir che sia il demonio
A carpirci quel sì
Che cambia il nostro destino da quel dì?
ma intanto per quell'occasioni
Che descrivo io di matrimoni
Si organizzano balli, canti e suoni,
Quasi che ognun di noi perda la testa
A voler per sè agognar quella gran festa,
Senza pensare che la liberta'
Tutta si perde in tal festivita'.
E guai poi a chi non la vorrebbe
Amarezze senza fine se ne avrebbe
E dovendo a quelle leggi sottostare
tanto vale non piu' fantasticare.
Esse tengono in man la disciplina
Che è una formidabile banchina:
Se non fosse per queste formalita'
Che ne sarebbe dell'umanita'?
Sullo sfondo degli avvenimenti politici ed economici che caratterizzarono l’Italia del ‘900, il romanzo di Nunzio Russo ripercorre, con grande fedeltà storica, le trasformazioni sociali e culturali della borghesia siciliana nel periodo che intercorre tra gli anni dieci del ‘900 e i giorni nostri.
L’ analisi storica si concretizza attraverso la narrazione delle vicende che interessarono, per quattro generazioni, una famiglia di imprenditori. Il romanzo ha inizio con l’ascesa sociale del mugnaio Turi Musumeci il quale, dopo aver sborsato un’ingente somma di denaro, acquista il titolo di barone di Mezzocannolo, una piccola località sperduta nelle campagne di Granata di Sicilia. L’acquisizione del titolo nobiliare, tanto agognato, non consentirà, tuttavia, al coraggioso e intraprendente Turi di raggiungere un ruolo sociale equiparabile a quello dell’antica nobiltà. Nobiltà arrogante e “padrona” e così ben rappresentata, nel testo, dalla figura del Principe di Granata. Una nobiltà sempre più in declino e, proprio per questo, sempre meno disposta a cedere potere e privilegi a una borghesia che, di contro, sta diventando sempre più organizzata e consapevole. Gli affetti, l’amore, tutto, nel libro, sembra essere trainato da quel sentimento di forte cambiamento che anima i tanti, e ben tratteggiati, personaggi presenti nel romanzo. La meravigliosa terra di Sicilia, descritta con maestria dall’autore, è una Sicilia sulla quale alita un vento nuovo, forte come il maestrale quando soffia impetuoso.
Un testo davvero pregevole, questo di Nunzio Russo, che consiglio vivamente di leggere. Una storia appassionante, a tratti poetica e di grande interesse storico, oltre che letterario, contrassegnata da quella cifra distintiva che caratterizzò la narrativa siciliana di De Roberto, di Pirandello de “I vecchi e i giovani” e di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
Anche qui, paradossalmente, come ne“ Il gattopardo”, il messaggio che giunge con forza al lettore è: “Se vogliamo che tutto rimanga com’è bisogna che tutto cambi”.
Da scrittore, ma anche da figlio e pronipote di pastai, vi assicuro che intervistare l'avvocato Lorenzo Pusateri è stata una sorpresa. Ho conosciuto tante verità su questo prodotto davvero amato dai consumatori.
Di pasta si deve parlare con chi se ne intende, sul serio. Per questo sono in Sicilia e nel mio studio. Devo incontrare l’avvocato Lorenzo Pusateri. Quando arriva, puntuale come deve essere un industriale, lo trovo eretto, elegante e sempre in buona forma. E’ l’ultimo di un mito, che, nella regione, conta quasi novecento anni di storia. E’ nato nel ’29, e conseguita la laurea in giurisprudenza con il massimo dei voti, giunge a Roma come procuratore legale di un noto studio della capitale. Dopo alcuni anni, però, il padre lo richiama ai doveri verso l’azienda di famiglia, fondata nel 1874. Il giovane avvocato lascia la professione, ponendo alcune condizioni: la piena autonomia decisionale e l’autorizzazione a programmare un piano quadriennale d’investimenti, per ammodernare il molino e pastificio. Siamo nel 1958. Da quei tempi, e per cinquant’anni, Lorenzo è stato tra i più brillanti e lungimiranti produttori di pasta siciliani. Impegnato nella società civile, ha ricoperto la carica di presidente del Rotary Palermo Est, di presidente della Sezione Mugnai presso Confindustria Palermo, di membro della Commissione Prezzi Cerealicoli. Più volte consigliere comunale e assessore della Città di Termini Imerese. Le vicende di Antonino Arrigo & Figli e diPastarrigo sono le sue. Senza dubbio, posso aggiungere, riprendono anche quelle di tutti i più noti pastifici dell’isola.
Incomincerò dalla domanda più difficile per un pastaio della tradizione. Avvocato Pusateri come definisce il moderno pastificio industriale?
E’ scomparso il pastificio come si conosceva un tempo, al suo posto è subentrata la fabbrica. Non vi è più il profumo che emana l’impasto, né la pasta con il sapore di pasta. Dalla materia prima al prodotto finito, confezionato a fardelli e stoccato nel magazzino automatico, a sovrintendere tutto c’è il personal computer. Tutto è impersonale e asettico. Manca l’amore, continuo e appassionato, che accompagnava la produzione. Il pastaio si chiama “tecnologo”, e controlla tutto il processo produttivo per mezzo di un video e di una tastiera, anche a distanza.
Qual è stato il recente passato della produzione in Sicilia, la terra dove ha avuto origine la pasta secca?
Il primo pastificio interamente automatico, con linee di pasta lunga e corta, è stato realizzato da Antonino Arrigo & Figli di Termini Imerese nel 1963 in un immobile su più livelli all’interno del centro urbano. Nel 1971 seguì un moderno stabilimento, tutto su un piano, con superficie di 6.000 metri quadrati, dei quali 4.500 coperti. La ragione sociale divenne Pastarrigo s.r.l., anche per dotare l’azienda di uno statuto più adatto ai nuovi tempi. Sono state installate quattro linee per paste lunghe, corte e speciali. La capacità produttiva iniziale era di 400 quintali nelle ventiquattro ore. Dal 1980, si raggiunsero i dieci quintali di prodotto per ogni ora di lavoro.
Ai lettori farebbe piacere conoscere lo sviluppo tecnologico delle aziende siciliane. Insomma, avvocato, perché queste aziende erano considerate all’avanguardia?