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La Voce del Maestrale

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Grazie a Nunzio Russo per aver accettato di tenere una presentazione del suo libro per gli studenti di Minnesota University che andasse oltre la parte letteraria del libro e le parallele vicende dell’azienda familiare ma abbracciasse anche la storia della produzione della pasta in Sicilia, l’esportazione di essa negli USA già nell’Ottocento, il packaging dell’epoca, le differenze organolettiche dei vari grani e le differenze fra le sementi autoctone e quelle geneticamente modificate. Tutti temi di grande interesse per gli studenti che seguono corsi di marketing, di marchandising, di small & family business. Alessandro Adorno

fotografie di Armando Vincenzo Vinciguerra Photographer

Condotta in maniera impeccabile e con grande professionalità da Milena Privitera, la presentazione del libro “La Voce del Maestrale” di Nunzio Russo ha dato vita ad una coinvolgente serata dove le vicende dell’imprenditoria siciliana si sono intrecciate a vividi ricordi di famiglia, la “storia” si e’ travestita da “romanzo”, il testimone della lotta contro le sopraffazioni e la violenza e’ passato integro alle generazioni che si succedono…

L’associazione “Arte & Cultura a Taormina” ringrazia Babilonia Taormina Officina Culturale ed il Metropole Taormina Maison d’Hôtes per avere collaborato alla riuscita di un evento così culturalmente intenso e significativo. 

Un grazie, particolare, all’amico Armando Vincenzo Vinciguerra Jacoterrano che, immancabile, immortala con le sue splendide foto i nostri eventi! 

Nella recensione di Marina Atzori la mission del romanzo di Nunzio Russo.

Quattro generazioni d’imprenditori siciliani sfidano la tortuosa storia della loro terra. Una storia raccontata bene, in maniera sobria e senza eccessi quella di Nunzio Russo, che non lascia nulla al caso. Un’Isola meravigliosa la Sicilia, ambita da sempre, fin dall’antichità, per la sua posizione strategica e il suo straordinario territorio che è sempre stato oggetto di contenzioso da parte di numerose popolazioni. A partire dai Greci e dai Fenici audaci naviganti e abili commercianti che si insediarono attraverso nuove colonie e come ben sappiamo fondarono la città di Panormo, (Palermo). Ho voluto introdurre con questa breve parentesi storica perché l’intenzione dell’autore è proprio quella di far comprendere al lettore che anche la Sicilia raccontata da lui, quella del novecento ha subito momenti storico-politici  importanti. I personaggi che vivono le vicende si espongono in quest’epoca e hanno ruoli ben definiti, vissuti molto forti, dai tratti caratteriali tipici del sud, dove orgoglio, famiglia e cultura dell’Impresa familiare ruotano come ingranaggi perfetti ben posizionati nel tempo. Rimango, infatti, colpita positivamente dagli aspetti realistici che caratterizzano il narrare e dall’umanità delle figure femminili presenti nella storia, alle quali, vedrete non vi risulterà difficile affezionarsi.

Purtroppo la mafia ha da sempre ostruito lo scorrere limpido dei fatti rendendo serpeggianti le sue intrusioni. Infatti, i segreti, la slealtà e i codici d’onore della malavita in questo romanzo, auspicano ad impadronirsi di risultati ottenuti col sudore della fronte. Tuttavia, la volontà di chi non si piega a tali subdole forme di ricatti morali ed economici vuole prevalere tra le pagine de “La Voce del Maestrale”. Come ben sappiamo gli obiettivi ultimi dei malavitosi sono il denaro e il potere. Spesso questi loschi figuri attaccano un’azienda quando è solida e sana, il fatto di aver sacrificato una vita per raggiungere determinati risultati a loro poco importa. Spesso, malauguratamente spartire gli utili con questa fetta di “mondo” con il quale non si vorrebbe avere nulla a che fare scaturisce la tappa di un pericoloso percorso obbligatorio. Potrebbe starci bene “BELLUM OMNIUM CONTRA OMNES”, i latini riassumono egregiamente quella che risulta essere una battaglia di tutti contro tutti, la stessa che combattono ogni giorno gli imprenditori costretti a scendere a patti col “diavolo” in questione, ovviamente poco puliti. Insomma, all’apparenza qualcuno protegge per essere a sua volta protetto. In realtà si incorre in grosse rinunce e in una serie di  molteplici guai dai quali risulta proibitivo uscire. Totò Musumeci qui ha tuttavia un’altra missione, la figuradi quest’uomo è riuscita bene all’autore, infatti è ricca di senso di rivalsa e di intenti puliti. Questo personaggio, nipote del Barone di Mezzocannolo ucciso dalla mafia, nel romanzo dovrà difendere la tradizione con tutte le sue forze e divulgarla con quel coraggio che gli sussurra quotidianamente il Maestrale. Un vento che vuol portarsi via le croste della violenza del Principe di Granata padrone di tutto. Un tutto che è il Pastificio, e vale oro, vale i sacrifici di una vita intera, passata a voler lasciare qualcosa di grande e inviolato a chi viene dopo. Vorrei sottolineare la ricchezza di contenuto della lettera di Maddalena, quella che Vincenzo Musumeci legge la notte in cui non riesce a chiudere occhio. Una lettera carica di sentimento, di gratitudine, eccone un breve passaggio: “le memorie d

Expected soon the English translation of the novel by Nunzio Russo. Following some pictures from Russo family archive. These images have inspired the Sicilian writer.

Nunzio Russo, La Voce del Maestrale
 
First edition: Robin Edizioni, 2005
Second edition (ePub): Edizioni Esordienti Ebook, 2012
Third edition: Edizioni Esordienti Ebook, 2012
 
ISBN: 978 – 88 – 6690 – 090 – 0
 
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La voce del maestrale parla da tempi remoti nelle terre siciliane, nascosta tra lo splendore della campagna e l’azzurro del mare. Totò Musumeci è cresciuto ascoltando quella voce e ha conosciuto antiche storie diventate leggenda. Ora una forza misteriosa lo chiama a diventare parte di un’avventura mai svelata, mentre l’impetuoso urlo del vento cerca di coprire ogni cosa. Totò è il nipote del barone di Mezzocannolo, ucciso dalla mafia. E’ anche un industriale del sud. Quanto ha ereditato è tradizione, e dovrà difenderla come ha già fatto il nonno dalla violenza del principe di Granata, il fondatore del paese, il padrone di tutto.
I tempi cambiano e la dinastia del principe si estingue, ma il male resta ed è sempre lo stesso. 
Il Sole sulla Terra si camuffa dietro accattivanti sembianze e diventa ancora più pericoloso.
Lo combatterà fino alla fine, nella certezza che dopo di lui qualcuno continuerà a percorrere la strada delle passate generazioni. 
E quel giorno, la voce del maestrale sarà il grido di un popolo che conquista la libertà. 
Una nota per il lettore
Dal racconto di un anziano mentore e dal manoscritto di un medico missionario venuto fuori all’improvviso, si sviluppa la vicenda di una famiglia della borghesia meridionale.
Attraverso un secolo, sullo sfondo di una Sicilia spettacolare e di un’Africa più vicina di quanto possibile immaginare, le alterne fortune di uomini e donne di una dinastia unita dal vincolo del sangue, diventano…una storia incredibile ma vera come la furia del vento, come…La voce del Maestrale

Tratto da La Voce del Maestrale

"Nino Ventura scendeva da Mezzocannolo e affrontava i chilometri in discesa che lo separavano da Granata. Aveva comprato una motocicletta per i suoi spostamenti. Era una Iso Rivolta 125 bicilindrica. Gli occhi gli lacrimavano abbondantemente. aveva vegliato, e poi si era appisolato prima dell’alba e non aveva sentito il suono della sveglia. era in ritardo. Alle sei del mattino doveva essere al pastificio, per aprire la porta agli operai che terminavano il turno di notte e si trovavano chiusi dentro la fabbrica. L’aveva decretato il barone trent’anni addietro, quando c’era la fame e la gente rubava molto piu’ di adesso, per quanto il furto per mangiare non fosse necessario ai dipendenti dei Musumeci". (cit. La Voce del Maestrale)

La Voce del Maestrale nella recensione di Maria Gargotta, scrittrice napoletana di origini siciliane e docente presso il Liceo Artistico Statale di Napoli. 

Mio padre era di Termini Imerese e, anche se per pochi anni giovanili, aveva lavorato in un mulino del suo paese; quella pasta bianca, di cui mi parlava spesso, che li aveva sfamati durante la guerra, gli era rimasta dentro. Suo fratello Nino nel pastificio ci aveva lavorato tutta la vita. Questo breve antefatto dal sapore personale, che mi si vorrà perdonare, spiega l'effetto che ha avuto per me la scoperta del romanzo di Nunzio Russo La Voce del Maestrale, giunto ormai alla sua quarta edizione e vincitore di recente del Premio Elmo (2014), incontrato, come per caso, nella sua prima edizione su una bancarella della mia Napoli; il sottotitolo Storia di pastai siciliani ha improvvisamente richiamato alla memoria quel pastificio familiare di Termini Imerese, dove attualmente sorge un negozio di ferramenta.

Ma, se la copertina ha rappresentato una sorta di richiamo della foresta, la lettura del romanzo è stata una rivelazione sorprendente, perché, nella giusta mistione di storia e fantasia, propone al lettore un'avventura fatta di emozioni forti, di eroismi e di grandi idealità di un passato che, pur apparendo oggi lontano anni-luce, appartiene alla nostra storia più autentica. Infatti, il romanzo di Nunzio Russo attraversa, con forza e delicatezza ad un tempo, le vicende nazionali, sociali e sentimentali, di personaggi, congiunti da una grande saga familiare e da intense passioni.

Gli anni cruciali – i più intricati e nodali del nostro Paese – che dal nazionalismo colonialista, seguito alle idealità tradite del Risogimento di fine Ottocento, giunge al secondo dopoguerra, accompagnano con passo leggero e trascinatore, nonostante gli eventi tragici, le azioni e le scelte della famiglia Musumeci, imprenditori coraggiosi, che dalla produzione di farina si trasformano, non senza difficoltà economiche, in pastai, capaci di imporsi a livello nazionale.

La lotta, che ha qualcosa di epico, tra i valori del lavoro onesto e dal volto umano, che sa privilegiare i rapporti sulle aride logiche economiche, e la malavita, che, seppure nel lungo arco di tempo, attraversano la narrazione, cambia forma e comportamenti, riassume sempre e comunque in sé le forze di un potere arrogante, che intercetta e distrugge ogni possibile sviluppo collettivo. Lungi dall'assumere un aspetto manicheo e meccanico, tale lotta, tra forze sociali positive e costruttive e quelle negative e distruttive, si inserisce e si consuma nel tessuto storico, che di volta in volta tesse la trama di un estremo meridione, sacrificato e abbandonato a un mancato riscatto.

I personaggi, legati da vincoli di sangue o di amicizia, che disegnano la vicenda complessa di una saga familiare di imprenditori siciliani, trovano in questa lotta la loro ragione di operare, di combattere, magari talvolta in maniera quasi donchisciottesca, ma che non rinunzia, a costo della vita, come nel caso del capostipite, il barone di Mezzocannolo, alla propria epica battaglia quotidiana per dar vita a una visione, che nei vincoli familiari trova i propri punti di forza e nell'investimento, talora azzardato, del denaro, prova a inventare lavoro e sviluppo.

La famiglia Musumeci, proprietaria di feudi fertili e baciati dal sole caldo del sud, inizia un'avventura rischiosa quanto avvincente, quando si avvia sulla strada dell'imprenditoria, con la produzione della pasta, offrendo un'opportunità umana e sociale di grande rilievo a quella fetta di terra siciliana posta, in maniera non b

“LA VOCE DEL MAESTRALE” è il romanzo che, a malincuore, ho appena terminato di leggere. Una storia che avrei voluto continuasse ancora un po’, quel tanto che mi rendesse più morbido il distacco dai personaggi che l’hanno vissuta.

E io con loro.

Una storia familiare che nasce in una Sicilia del 1910 e attraverso amori, nascite, morti e guerre, si conclude negli anni sessanta.

L’autore racconta con sensibilità e passione i drammatici eventi dei protagonisti come se li avesse vissuti lui stesso. L’attenta descrizione dei personaggi, reali fautori del periodo storico narrato, fanno quasi sembrare questo romanzo una biografia.

Il realismo che pervade in tutto il lungo racconto della famiglia, non è una semplice cronaca.

Per quanto sia puntuale e precisa, è pervasa da una delicato e talvolta lirico sentimento per i luoghi dove, in tempi diversi, cambiano scenari e vicissitudini

Essere una famiglia di pastai è un motivo d’orgoglio, e non solo, per i Musumeci. E’ una tradizione che si tramanda per tre generazioni, nonostante la guerra e opportunità alternative, portino lontano gli eredi del nonno fondatore, tanto amato e ucciso a tradimento.

Come ogni stagione, la vita nasce e muore, ma come si è vissuti e quello che si è creato sono molto più di un ricordo da lasciare a chi resta.

Sono l’eredità più ricca da custodire per i posteri con la speranza che facciano lo stesso.

Direi che il filo conduttore del romanzo è quel vento del maestrale che soffia accarezzando la terra di Sicilia calda al tramonto così cara a chi scrive e che si percepisce a pelle

Quel vento che soffia nell’indifferenza e nella crudeltà di una Mafia a cui, come scritto, spesso si soccombe.

Quattrocentoventi pagine di una storia dove ogni sentimento trova la propria collocazione e impossibile da raccontare in due righe senza svelare la trama.

Anche se, nonostante sia molto intrigante, non sia quella il punto cruciale.

E’ il messaggio che porta, secondo me.

Leggetelo e fatemi sapere…

Anna Cibotti

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