La Voce del Maestrale. Una famiglia, un mulino, una citta’ …
La notizia è stata ufficializzata nel corso di un incontro che si e’ svolto nell’aula magna dell’Universita’, dove si sono ritrovati testimoni diretti e indiretti di questa bellissima pagina di storia. (…) E’ un capitolo che arricchisce la storia dell’importante polo industriale reggiano ed amplia ulteriormente la gia’ vasta gamma di strumenti e meccanismi usciti dalla fabbrica prima e a cavallo dell’ultimo conflitto.
(AGENPARL) – Foligno (Pg), 26 set – Un evento di grande spessore culturale quello che si terrà stasera all’Università della Pasta (ridotto Auditorium San Domenico) alle ore 19.00 nell’ambito della manifestazione Primi d’Italia a Foligno. L’Università dei Sapori di Perugia, in collaborazione con Aliveris, marchio della storica Industria Alimentare Filiberto Bianconi 1947 S.p.A presenta un excursus storico sull’origine della pasta, prodotto 100% made in Italy e che affonda le sue origini in una straordinaria Sicilia di altri tempi. Se ne parlerà proprio grazie a “Il Romanzo della Pasta italiana- Dal primo spaghetto della storia, all’evoluzione della pasta moderna”. A ripercorrere le origini ci sarà Nunzio Russo, autore del pluripremiato “La Voce del Maestrale”, prima opera letteraria dello scrittore e imprenditore nato in Sicilia nel 1960 e discendente di una famiglia di produttori industriali di pasta siciliana e grande appassionato di arte letteraria. Russo coinvolgerà il pubblico in questo affascinante percorso storico che lui ha avuto la fortuna di conoscere da vicino, come rappresentante della quarta generazione di pastai. Tutto ebbe origine, documentato da fonti storiche, nel 1154 tra Termini Imerese, vicino Palermo, nella Sicilia Occidentale e la limitrofa Trabia. E perciò cento anni prima della nascita di Marco Polo, considerato come lo scopritore di questo alimento in Cina e come colui che poi lo diffuse in tutto l’Occidente. La pasta di Termini Imerese non conobbe sosta, arrivò in America nei primissimi del ‘900 quando nella cittadina siciliana erano ben quarantacinque i pastai e mugnai. Questo e molto altro sarà presentato dallo stesso Russo stasera a Foligno. Un’occasione imperdibile per conoscere l’autore, che la pasta, indubbiamente, ce l’ha nel Dna.
CHI E’ NUNZIO RUSSO. Nunzio Russo è nato a Palermo nel 1960, dove è cresciuto e dove sono nati i suoi figli, Francesco e Massimo. Discendente da antichi produttori di pasta alimentare siciliana, secondo la rigida tradizione familiare appena adolescente si è accostato all’attività imprenditoriale paterna. Oggi l’autore è un libero professionista, da volontario raccoglie testi antichi e classici trasferendoli su supporto elettronico a vantaggio delle future generazioni e si occupa di comunicazione ed editoria per il sindacato degli agenti immobiliari italiani. Ha due grandi passioni: la Sicilia e l’Africa. Il suo blog è www.nunziorusso.it
La Voce del Maestrale e la testata di FIAIP- Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali …
L’introduzione ai lavori è affidata al Pro Rettore della sede di Reggio Emilia, prof. Luigi Grasselli, a cui seguiranno gli interventi di Maria Grazia Degola su “La magia del maestrale”, Adriano Riatti, curatore dell’archivio digitale “Reggiane” presso la Mediateca universitaria su “Le produzioni “Reggiane” per il settore alimentare”, Francesca Caronna su “Storia delle industrie in Sicilia”.
“La grandezza di quest’opera, degna di entrare tra i classici della letteratura siciliana, sicuramente sta nel portare alla luce …”
Mi sono imbattuta con “La voce del maestrale” di Nunzio Russo per caso e, di fatto, ne sono stata folgorata. Nato in Sicilia nel 1960 e discendente di una famiglia di produttori di pasta, l’autore ha mostrato grande talento letterario con questa sua opera prima. “La voce del maestrale” (2008) e’ un libro ambientato tra la Sicilia e l’Africa in un lasso di tempo che scorre tra il 1910 e il 1996. Romanzo in parte autobiografico, in parte inventato, e’ la saga familiare dei Musumeci che si sviluppa tra eventi storici d’interesse rilevante, come la prima e la seconda guerra mondiale, il ventennio fascista, la campagna d’Africa, lo sbarco in Sicilia delle truppe americane, l’avvento della Repubblica, il boom economico e cio’ che ne consegue. Capostipite della famiglia, Salvatore Musumeci, mugnaio di Granata, che e’ riuscito ad arricchirsi grazie al suo duro e onesto lavoro e per salire di ceto a comprarsi il titolo nobiliare di barone di Mezzocannolo. Il suo non sottostare al principe di Granata, senatore del Regno d’Italia, proprietario della maggior parte dei mulini della zona, lo portera’ a una morte barbara per mano di un mafioso. Il mulino passa cosi’ a suo figlio Vincenzo che comincia a produrre semole da pasta e fonda il Pastificio Musumeci, con ottimi guadagni. Vincenzo sposa Ada, donna mentalmente instabile, da cui avra’ il figlio Toto’, ma il suo unico e vero amore e’ Maddalena, medico missionario in Africa, che resta incinta di lui e che, per salvare se stessa e la famiglia, sposa un ufficiale italiano, Adriano Baggio. A Toto’ piacerebbe tanto studiare musica e diventare direttore d’orchestra ma, come desidera il padre, s’iscrive alla facolta’ di economia per prendere le redini del pastificio che riesce a ingrandire, aumentandone ben presto la produzione ed esportando la pasta Musumeci persino in America. Toto’ diventa anche deputato della Democrazia Cristiana e si batte per i pastifici siciliani che durante gli anni settanta soccomberanno ai nuovi pastifici del nord. D’altronde Toto’ insieme all’amico del cuore Nino Ventura aveva piu’ volte salvato il proprio pastificio dal fallimento e soprattutto durante la seconda guerra mondiale dalla distruzione, murando in uno scantinato tutti i nuovi macchinari, appena comprati dalle Officine Reggiane. Caparbio sino all’inverosimile, Toto’ amerà per tutta la vita Elena, da cui pero’ non avra’ eredi maschi. Il nipote Adriano, figlio del fratellastro Peppuccio stroncato, da un brutto male, a causa d’investimenti sbagliati in Africa dimezzera’ il patrimonio dei Musumeci e sarà causa dell’epilogo della famiglia. In questo romanzo l’amore, l’amicizia, la lealtà, il senso della famiglia sono analizzati e descritti in tutta la loro sicilianità come, invece, i temi atavici di una terra feudale, latifondista, nelle mani dei gabellotti locali, sono analizzati e descritti in tutta la loro sicilitudine. Una vicenda narrata con una prosa elegante che descrive la storia di alcuni uomini che hanno fatto l’imprenditoria del Sud con enormi difficolta’ e che hanno dovuto soccombere soprattutto a causa dei costi di trasporto e dell’assenza di una rete autostradale ai produttori delle regioni settentrionali ad aziende molto piu’ grosse, più all’avanguardia e vicine ai mercati. La grandezza di quest’opera, degna di entrare tra i classici della letteratura siciliana, sicuramente sta nel portare alla luce con documenti alla mano la chiusura di oltre quarantacinque piccole industrie nella zona di Termini Imerese che riuscivano a produrre giornalmente 14.521 quintali di pasta. La pasta e’ nata in Sicilia tra Termini Imerese e Trabia nel 1154, cento cinquant’anni prima, dunque, che Marco Polo giungesse dall