Associazione Dictinne Bobok
L’Associazione Dictinne Bobok si occupa di Arte ed è nata in ricordo di Ginevra, unica figlia della presidente Marisa Russo, che studiava all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Con Dictinne Bobok, quindi, la grande passione di Ginevra riesce non solo a vivere ma anche a supportare chi, come lei, intende iniziare un percorso in un mondo spesso difficile e trascurato come quello dell’arte e dove l’opportunità di una guida può essere determinante.
L’Associazione è legata alla mostra da due elementi. Da un lato, il legame affettivo che lega la presidente Marisa Russo allo scrittore Nunzio Russo, suo cugino, nonché al nonno Nunzio (pastaio) che non ha conosciuto ma che per carattere schivo, determinato e creativo ricorda molto la figlia Ginevra. Da un altro lato, secondo la madre, l’improvvisazione grafica nell’esporre gli elementi della mostra avrebbe di certo divertito la giovane artista.
La scelta del nome Dictinne Bobok non è casuale poiché esprime il dualismo di una persona dai molteplici interessi: il mito, la letteratura, il fantastico, il teatro, la poesia, la magia quasi alchemica della trasformazione nell’incisione. Si, l’incisione, quel linguaggio dei segni tanto caro a Dictinne.
L’occhio e la mano sono il padre e la madre dell’attività artistica (BALTHUS).
«Questa frase di un grande artista, molto amato da Ginevra – dichiara Marisa Russo -, ci ha guidati nelle varie fasi di realizzazione dell’associazione. La voglia di mettersi in gioco, di conoscere, di spaziare tra le varie espressioni artistiche, di lottare perché gli altri capiscano, di non sentirsi mai arrivati al traguardo e soprattutto essere sé stessi fortemente e non, nel rispetto dei dubbi canoni di questa società, soltanto apparenza, costituiscono i cardini della nostra associazione. La mia "avventura" nel mondo dell’attività artistica sarebbe stata impossibile se non avessi avuto il supporto di due grafici speciali: Michele Lombardi e Maurizio Cipriano».
Dictinne Bobok organizza corsi, stages e workshop incentrati su specifici settori del mondo dell’Arte e volti a garantire sia una visione ampia e concreta delle varie forme di espressione artistica, sia la possibilità di sperimentarsi nell’utilizzo pratico di metodologie e tecniche altrimenti inaccessibili al fuori dei classici percorsi di studio. L’Associazione organizza anche viaggi di studio e di approfondimento nelle principali città italiane ed europee, che sono sedi di grandi musei, nonché visite alle principali mostre e partecipazione ad eventi di particolare rilevanza. Il coinvolgimento di docenti e professionisti fa si che la partecipazione alle attività si traduca in un momento di crescita intellettuale e professionale di effettiva utilità ed arricchimento culturale. L’Associazione, con il contributo dei partner, è sede per esposizioni e mostre sia degli elaborati degli associati e sia per produzioni esterne coerenti con i fini stessi dell’associazione. Dispone anche di una nutrita biblioteca tematica in continuo accrescimento.
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Tenendo conto della molteplicità ed eterogeneità degli interessi di Ginevra – conclude Marisa Russo –
l’associazione è una realtà in continua evoluzione. Un work in progress la cui funzione fondamentale è mantenere vivo l’interesse e la curiosità intellettuale che &egrav
Sempre confessare una colpa è atto di giustizia. Poi, questa volta sono stato davvero un monello. Invece di recensire uno splendido romanzo di Piera Rossotti Pogliano, ho scritto un mio personale diario di questa lettura. Sono state giornate piacevoli, di approfondimento, e finanche di riflessione su certi aspetti della mia vita e dettati da ogni singola pagina. ll risultato è un commento, e quindi molto più di una qualunque e dottrinale critica. Nulla di quanto si trova in giro. E’ questo il dono ricevuto da “Il diario intimo di Filippina De Sales Marchesa di Cavour”.
DIARIO DI UNA LETTURA
Casa al mare, 3 giugno 2001
Come un’esistenza scorre veloce fra definiti meandri, le mie stesse giornate vivono di un’essenza simile ed estrema. Osservo i miei figli giocare e ridere nel giardino, piccolo, della capanna che da qualche anno io prendo in affitto sul mare. Questa è una consolazione. Massimo e Francesco conserveranno un ricordo sbiadito delle vecchie residenze estive di famiglia. Lo stesso non è per me, ma questo è il minore dei mali. Faccio un ghigno, e non comprendo ancora come sono tutto intero e pieno di sogni, che intendo realizzare e presto. Poi ritorno alla lettura di questa domenica, mentre il maestrale arriva da lontano e smuove le azzurre acque in cavalloni, e così da indurmi a pensare che rinvierò il primo bagno della stagione.
Il diario intimo di Filippina de Sales marchesa di Cavour, il titolo del romanzo, è un po’ lungo, ma è pure come un chiodo appuntato nella mente e che poi entra fino in fondo, appena distratto tocchi uno spigolo. Ho già letto trenta pagine e credo che rileggerò ancora questo libro. In genere leggo più volte, infinite, quel che davvero piace.
Il testo impressiona e mette paura, per l’indicibile bellezza. E’ colmo dell’essenza propria della donna e protagonista, e che soltanto una rara sensibilità poteva comprendere e poi interpretare e finanche offrire al mondo dei lettori. Questo è uno di quei radi eventi dove la letteratura si aggiunge all’avventura umana e ottiene come somma perfezione. E appare anche mediocre, al cospetto di una simile verità, riflettere su qualche inevitabile dettaglio. Che cosa importa di qualche pronome, di qualche stupido e personale “mi”, che spesso Filippina ripete nel suo diario e che l’illetterato sottoscritto eliminerebbe con gran gusto. Meglio, piuttosto, correre con la mente alle due pagine, la 25 e la 33, e a quel ripetuto “amico mio” che appare in un accenno di dialogo. L’essenza di un matrimonio, anche combinato, ma poi riuscito, è in queste due magiche parole.
Sono a pagina 50. Chiudo il libro. Ciao Filippina, ti rivedrò domani.