"La Voce del Maestrale"! di Nunzio Russo edito da EEEbook alla XXVI Fiera Internazionale del Libro di Torino 2013. Il romanzo, alla sua terza edizione, è distribuito in libreria e sui principali web store di distribuzione on line. Pubblicazione cartacea ed ebook. Il blog dell’autore www.nunziorusso.it
Video dedicato all’evento "Le Macchine per La Vita" – Officine Meccaniche Reggiane, tenuto presso il Tecnopolo Reggiano dell’Universita’ degli Studi di Modena e Reggio E. con la partecipazione del romanzo storico "La Voce del Maestrale" di Nunzio Russo vincitore del Premio Elmo 2014 (sez. scrittori) – Rizziconi RC, 6-7 settembre 2014. Il romanzo è pubblicato da EEEbook, 2014, quarta edizione, isbn 978-88-6690-214-0. Distribuito attraverso la piattaforma Stealth. A questo link trovi l’elenco costantemente aggiornato dei webstore di tutto il mondo in cui è presente La Voce del Maestrale. http://blog.sbfstealth.com/


In tal senso tutti insieme abbiamo fatto "cultura" perché abbiamo costruito un significato da portare avanti nella quotidianita’, perche’ leggere un libro deve aprire nuovi orizzonti dando una delle possibili chiavi di lettura della controversa e multiforme realta’ in cui viviamo (…)
Venerdì 21 giugno, il primo giorno d’estate, a Trabia presso la Villa Falcone e Borsellino nell’ambito della rassegna "Il maggio dei libri", patrocinata dal Comune di Trabia, ho avuto il piacere di partecipare ad un evento, non dico unico, ma sicuramente raro. La presentazione del romanzo "La voce del maestrale" di Nunzio Russo, scrittore alla sua prima fatica letteraria, ma non per questo di poco pregio, si e’ ben presto trasformata in un talk! Il Sindaco di Trabia, Francesco Bondì, ha aperto le danze introducendo lo scrittore e me in quanto relatrice e instillando nel pubblico variegato di ragazzi e adulti la curiosità di scoprire una storia, quella narrata dall’Autore, nei luoghi di Termini Imerese e Trabia del secolo scorso attraverso la cornice dell’attivita’ dei pastifici più famosi per circa un secolo. Io ho puntualizzato alcuni elementi dell’avvincente storia del romanzo attraverso i luoghi, le persone, gli amori e concentrando l’attenzione sul file rouge della narrazione: il lavoro come elemento fondante della vita nella dimensione dell’attaccamento alla famiglia e della sua difesa a qualsiasi costo. Pochissime battute hanno entusiasmato gli intervenuti che subito hanno intavolato una discussione piuttosto interessante, spaziando dal senso e dalle radici dell’attività imprenditoriale termitana e non solo nel passato all’esigenza di riscoprire il legame con il lavoro attraverso la famiglia dietro l’esempio dei maestri pastai della famiglia Russo, al problema della globalizzazione che ha esasperato nel tempo la frattura all’apparenza incolmabile tra Nord e Sud del mondo, alla riscoperta dei paesaggi africani un tempo italiani, alle brillanti figure femminili del romanzo, madri, imprenditrici, medici e comunque donne dal profondo senso del dovere, alle radici della narrazione dal romanzo sociale del Settecento alla narrativa verista e realista tra Ottocento e Novecento.
In realtà tutti siamo stati relatori del romanzo e, soprattutto, della positivita’ che abbiamo insieme scoperto in esso e consegnato alla collettivita’: ricominciare significa sacrificio, investimento di tutte le risorse, capacita’ di mettersi in gioco e amore per i veri legami che la famiglia e un progetto lavorativo condiviso sanno creare. In tal senso tutti insieme abbiamo fatto "cultura" perché abbiamo costruito un significato da portare avanti nella quotidianita’, perché leggere un libro deve aprire nuovi orizzonti dando una delle possibili chiavi di lettura della controversa e multiforme realta’ in cui viviamo.





Il Romanzo della Pasta Italiana. Omaggio alle Officine Meccaniche Reggiane e al Mulino e Pastificio Russo. Gli archivi fanno vivere le vicende delle due aziende, e oggi custodiscono un pezzo importante della storia della pasta italiana. L’Archivio Digitale Reggiane, presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, conserva anche parte dell’Archivio Pasta Russo 1875 di Termini Imerese (Pa). Una vicenda narrata pure nel romanzo storico "La Voce del Maestrale" di Nunzio Russo vincitore del Premio Elmo 2014 (sez. scrittori) – Rizziconi RC, 6-7 settembre 2014. Il romanzo è pubblicato da EEEbook, 2014 quarta edizione, isbn 978-88-6690-214-0
Oggetto: da Barbara
Carissimo Nunzio,
questa notte ho terminato di leggere "La Voce del Maestrale" e ti scrivo per complimentarmi con te innanzitutto per la scrittura e poi per la complessità della storia: una saga familiare che tocca momenti storici di importanza fondamentale, ma anche momenti familiari e sentimentali.
Il maestrale diventa uno dei protagonisti del romanzo e con lui la tua Sicilia. Ne traspare il tuo amore profondo per la tua terra e un’ottima conoscenza del territorio.
Ti ringrazio per questo omaggio che mi ha fatto meglio conoscere te, la tua terra e l’amore per tradizioni che non conoscevo. Ma sa essere anche un messaggio chiaro contro il sistema mafioso e una voce di speranza.
Un abbraccio
Barbara
13 maggio 2010


"Ogni volta che sentite soffiare il maestrale sicuramente Nunzio Russo è in una scuola, in un convegno, in una fiera di libri, in mezzo alla gente a raccontare la sua storia, la storia della sua famiglia, la storia della Sicilia attiva, la storia della pasta che tanta libertà avrebbe potuto continuare a dare".
Nunzio Russo è l’autore del romanzo La voce del maestrale cui oggi si aggiunge un saggio dal titolo Il romanzo della pasta italiana, che mette in luce la Sicilia produttiva, quella che tra fine Ottocento e prima metà del Novecento si contraddistingueva per la produzione di pasta.
“La voce del maestrale” di Nunzio Russo è un avvincente romanzo storico, mentre nel pamphlet "Il romanzo della pasta italiana" è sviluppata un’analisi del presente di questa industria della nostra terra, attraverso la retrospezione e le manifestazioni della cultura popolare. In questo suo romanzo, grazie al quale l’autore lo scorso settembre ha vinto il Premio Elmo 2014 – Sezione Scrittori (Rizziconi RC), Nunzio Russo traccia un affascinante percorso storico della pasta attraverso la vita dei suoi personaggi. Una storia di “amore e produttività” in una Sicilia povera e immutabile, dove il lavoro, la fatica e le tradizioni sono l’alimento fondamentale di una famiglia di pastai e di un territorio che ha assistito all’ascesa ma anche purtroppo al declino di una delle sue principali fonti di ricchezze. Nunzio discende da antichi produttori di pasta siciliana ed è con un profondo amore per la sua famiglia, la sua terra che da volontario raccoglie da molti anni documenti, testi, fatture, conti, bolle di consegna, macchinari d’epoca e racconti antichi sulla pasta, trasferendoli in scrittura e in power point a vantaggio delle nuove generazioni e della memoria storica.
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Condotta in maniera impeccabile e con grande professionalità da Milena Privitera, la presentazione del libro “La Voce del Maestrale” di Nunzio Russo ha dato vita ad una coinvolgente serata dove le vicende dell’imprenditoria siciliana si sono intrecciate a vividi ricordi di famiglia, la “storia” si e’ travestita da “romanzo”, il testimone della lotta contro le sopraffazioni e la violenza e’ passato integro alle generazioni che si succedono…
L’associazione “Arte & Cultura a Taormina” ringrazia Babilonia Taormina Officina Culturale ed il Metropole Taormina Maison d’Hôtes per avere collaborato alla riuscita di un evento così culturalmente intenso e significativo.Un grazie, particolare, all’amico Armando Vincenzo Vinciguerra Jacoterrano che, immancabile, immortala con le sue splendide foto i nostri eventi!
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Nella recensione di Marina Atzori la mission del romanzo di Nunzio Russo.
Quattro generazioni d’imprenditori siciliani sfidano la tortuosa storia della loro terra. Una storia raccontata bene, in maniera sobria e senza eccessi quella di Nunzio Russo, che non lascia nulla al caso. Un’Isola meravigliosa la Sicilia, ambita da sempre, fin dall’antichità, per la sua posizione strategica e il suo straordinario territorio che è sempre stato oggetto di contenzioso da parte di numerose popolazioni. A partire dai Greci e dai Fenici audaci naviganti e abili commercianti che si insediarono attraverso nuove colonie e come ben sappiamo fondarono la città di Panormo, (Palermo). Ho voluto introdurre con questa breve parentesi storica perché l’intenzione dell’autore è proprio quella di far comprendere al lettore che anche la Sicilia raccontata da lui, quella del novecento ha subito momenti storico-politici importanti. I personaggi che vivono le vicende si espongono in quest’epoca e hanno ruoli ben definiti, vissuti molto forti, dai tratti caratteriali tipici del sud, dove orgoglio, famiglia e cultura dell’Impresa familiare ruotano come ingranaggi perfetti ben posizionati nel tempo. Rimango, infatti, colpita positivamente dagli aspetti realistici che caratterizzano il narrare e dall’umanità delle figure femminili presenti nella storia, alle quali, vedrete non vi risulterà difficile affezionarsi.
Purtroppo la mafia ha da sempre ostruito lo scorrere limpido dei fatti rendendo serpeggianti le sue intrusioni. Infatti, i segreti, la slealtà e i codici d’onore della malavita in questo romanzo, auspicano ad impadronirsi di risultati ottenuti col sudore della fronte. Tuttavia, la volontà di chi non si piega a tali subdole forme di ricatti morali ed economici vuole prevalere tra le pagine de “La Voce del Maestrale”. Come ben sappiamo gli obiettivi ultimi dei malavitosi sono il denaro e il potere. Spesso questi loschi figuri attaccano un’azienda quando è solida e sana, il fatto di aver sacrificato una vita per raggiungere determinati risultati a loro poco importa. Spesso, malauguratamente spartire gli utili con questa fetta di “mondo” con il quale non si vorrebbe avere nulla a che fare scaturisce la tappa di un pericoloso percorso obbligatorio. Potrebbe starci bene “BELLUM OMNIUM CONTRA OMNES”, i latini riassumono egregiamente quella che risulta essere una battaglia di tutti contro tutti, la stessa che combattono ogni giorno gli imprenditori costretti a scendere a patti col “diavolo” in questione, ovviamente poco puliti. Insomma, all’apparenza qualcuno protegge per essere a sua volta protetto. In realtà si incorre in grosse rinunce e in una serie di molteplici guai dai quali risulta proibitivo uscire. Totò Musumeci qui ha tuttavia un’altra missione, la figuradi quest’uomo è riuscita bene all’autore, infatti è ricca di senso di rivalsa e di intenti puliti. Questo personaggio, nipote del Barone di Mezzocannolo ucciso dalla mafia, nel romanzo dovrà difendere la tradizione con tutte le sue forze e divulgarla con quel coraggio che gli sussurra quotidianamente il Maestrale. Un vento che vuol portarsi via le croste della violenza del Principe di Granata padrone di tutto. Un tutto che è il Pastificio, e vale oro, vale i sacrifici di una vita intera, passata a voler lasciare qualcosa di grande e inviolato a chi viene dopo. Vorrei sottolineare la ricchezza di contenuto della lettera di Maddalena, quella che Vincenzo Musumeci legge la notte in cui non riesce a chiudere occhio. Una lettera carica di sentimento, di gratitudine, eccone un breve passaggio: “le memorie d
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