Alcune locandine degli eventi dedicati al romanzo
Oggetto: da Barbara
Carissimo Nunzio,
questa notte ho terminato di leggere "La Voce del Maestrale" e ti scrivo per complimentarmi con te innanzitutto per la scrittura e poi per la complessità della storia: una saga familiare che tocca momenti storici di importanza fondamentale, ma anche momenti familiari e sentimentali.
Il maestrale diventa uno dei protagonisti del romanzo e con lui la tua Sicilia. Ne traspare il tuo amore profondo per la tua terra e un’ottima conoscenza del territorio.
Ti ringrazio per questo omaggio che mi ha fatto meglio conoscere te, la tua terra e l’amore per tradizioni che non conoscevo. Ma sa essere anche un messaggio chiaro contro il sistema mafioso e una voce di speranza.
Un abbraccio
Barbara
13 maggio 2010
"Ogni volta che sentite soffiare il maestrale sicuramente Nunzio Russo è in una scuola, in un convegno, in una fiera di libri, in mezzo alla gente a raccontare la sua storia, la storia della sua famiglia, la storia della Sicilia attiva, la storia della pasta che tanta libertà avrebbe potuto continuare a dare".
Nunzio Russo è l’autore del romanzo La voce del maestrale cui oggi si aggiunge un saggio dal titolo Il romanzo della pasta italiana, che mette in luce la Sicilia produttiva, quella che tra fine Ottocento e prima metà del Novecento si contraddistingueva per la produzione di pasta.
“La voce del maestrale” di Nunzio Russo è un avvincente romanzo storico, mentre nel pamphlet "Il romanzo della pasta italiana" è sviluppata un’analisi del presente di questa industria della nostra terra, attraverso la retrospezione e le manifestazioni della cultura popolare. In questo suo romanzo, grazie al quale l’autore lo scorso settembre ha vinto il Premio Elmo 2014 – Sezione Scrittori (Rizziconi RC), Nunzio Russo traccia un affascinante percorso storico della pasta attraverso la vita dei suoi personaggi. Una storia di “amore e produttività” in una Sicilia povera e immutabile, dove il lavoro, la fatica e le tradizioni sono l’alimento fondamentale di una famiglia di pastai e di un territorio che ha assistito all’ascesa ma anche purtroppo al declino di una delle sue principali fonti di ricchezze. Nunzio discende da antichi produttori di pasta siciliana ed è con un profondo amore per la sua famiglia, la sua terra che da volontario raccoglie da molti anni documenti, testi, fatture, conti, bolle di consegna, macchinari d’epoca e racconti antichi sulla pasta, trasferendoli in scrittura e in power point a vantaggio delle nuove generazioni e della memoria storica.
Condotta in maniera impeccabile e con grande professionalità da Milena Privitera, la presentazione del libro “La Voce del Maestrale” di Nunzio Russo ha dato vita ad una coinvolgente serata dove le vicende dell’imprenditoria siciliana si sono intrecciate a vividi ricordi di famiglia, la “storia” si e’ travestita da “romanzo”, il testimone della lotta contro le sopraffazioni e la violenza e’ passato integro alle generazioni che si succedono…
L’associazione “Arte & Cultura a Taormina” ringrazia Babilonia Taormina Officina Culturale ed il Metropole Taormina Maison d’Hôtes per avere collaborato alla riuscita di un evento così culturalmente intenso e significativo.Un grazie, particolare, all’amico Armando Vincenzo Vinciguerra Jacoterrano che, immancabile, immortala con le sue splendide foto i nostri eventi!
Nella recensione di Marina Atzori la mission del romanzo di Nunzio Russo.
Quattro generazioni d’imprenditori siciliani sfidano la tortuosa storia della loro terra. Una storia raccontata bene, in maniera sobria e senza eccessi quella di Nunzio Russo, che non lascia nulla al caso. Un’Isola meravigliosa la Sicilia, ambita da sempre, fin dall’antichità, per la sua posizione strategica e il suo straordinario territorio che è sempre stato oggetto di contenzioso da parte di numerose popolazioni. A partire dai Greci e dai Fenici audaci naviganti e abili commercianti che si insediarono attraverso nuove colonie e come ben sappiamo fondarono la città di Panormo, (Palermo). Ho voluto introdurre con questa breve parentesi storica perché l’intenzione dell’autore è proprio quella di far comprendere al lettore che anche la Sicilia raccontata da lui, quella del novecento ha subito momenti storico-politici importanti. I personaggi che vivono le vicende si espongono in quest’epoca e hanno ruoli ben definiti, vissuti molto forti, dai tratti caratteriali tipici del sud, dove orgoglio, famiglia e cultura dell’Impresa familiare ruotano come ingranaggi perfetti ben posizionati nel tempo. Rimango, infatti, colpita positivamente dagli aspetti realistici che caratterizzano il narrare e dall’umanità delle figure femminili presenti nella storia, alle quali, vedrete non vi risulterà difficile affezionarsi.
Purtroppo la mafia ha da sempre ostruito lo scorrere limpido dei fatti rendendo serpeggianti le sue intrusioni. Infatti, i segreti, la slealtà e i codici d’onore della malavita in questo romanzo, auspicano ad impadronirsi di risultati ottenuti col sudore della fronte. Tuttavia, la volontà di chi non si piega a tali subdole forme di ricatti morali ed economici vuole prevalere tra le pagine de “La Voce del Maestrale”. Come ben sappiamo gli obiettivi ultimi dei malavitosi sono il denaro e il potere. Spesso questi loschi figuri attaccano un’azienda quando è solida e sana, il fatto di aver sacrificato una vita per raggiungere determinati risultati a loro poco importa. Spesso, malauguratamente spartire gli utili con questa fetta di “mondo” con il quale non si vorrebbe avere nulla a che fare scaturisce la tappa di un pericoloso percorso obbligatorio. Potrebbe starci bene “BELLUM OMNIUM CONTRA OMNES”, i latini riassumono egregiamente quella che risulta essere una battaglia di tutti contro tutti, la stessa che combattono ogni giorno gli imprenditori costretti a scendere a patti col “diavolo” in questione, ovviamente poco puliti. Insomma, all’apparenza qualcuno protegge per essere a sua volta protetto. In realtà si incorre in grosse rinunce e in una serie di molteplici guai dai quali risulta proibitivo uscire. Totò Musumeci qui ha tuttavia un’altra missione, la figuradi quest’uomo è riuscita bene all’autore, infatti è ricca di senso di rivalsa e di intenti puliti. Questo personaggio, nipote del Barone di Mezzocannolo ucciso dalla mafia, nel romanzo dovrà difendere la tradizione con tutte le sue forze e divulgarla con quel coraggio che gli sussurra quotidianamente il Maestrale. Un vento che vuol portarsi via le croste della violenza del Principe di Granata padrone di tutto. Un tutto che è il Pastificio, e vale oro, vale i sacrifici di una vita intera, passata a voler lasciare qualcosa di grande e inviolato a chi viene dopo. Vorrei sottolineare la ricchezza di contenuto della lettera di Maddalena, quella che Vincenzo Musumeci legge la notte in cui non riesce a chiudere occhio. Una lettera carica di sentimento, di gratitudine, eccone un breve passaggio: “le memorie d
Expected soon the English translation of the novel by Nunzio Russo. Following some pictures from Russo family archive. These images have inspired the Sicilian writer.
Il Sole sulla Terra si camuffa dietro accattivanti sembianze e diventa ancora più pericoloso.
Lo combatterà fino alla fine, nella certezza che dopo di lui qualcuno continuerà a percorrere la strada delle passate generazioni.
E quel giorno, la voce del maestrale sarà il grido di un popolo che conquista la libertà.
Dal racconto di un anziano mentore e dal manoscritto di un medico missionario venuto fuori all’improvviso, si sviluppa la vicenda di una famiglia della borghesia meridionale.
Attraverso un secolo, sullo sfondo di una Sicilia spettacolare e di un’Africa più vicina di quanto possibile immaginare, le alterne fortune di uomini e donne di una dinastia unita dal vincolo del sangue, diventano…una storia incredibile ma vera come la furia del vento, come…La voce del Maestrale
Tratto da La Voce del Maestrale
"Nino Ventura scendeva da Mezzocannolo e affrontava i chilometri in discesa che lo separavano da Granata. Aveva comprato una motocicletta per i suoi spostamenti. Era una Iso Rivolta 125 bicilindrica. Gli occhi gli lacrimavano abbondantemente. aveva vegliato, e poi si era appisolato prima dell’alba e non aveva sentito il suono della sveglia. era in ritardo. Alle sei del mattino doveva essere al pastificio, per aprire la porta agli operai che terminavano il turno di notte e si trovavano chiusi dentro la fabbrica. L’aveva decretato il barone trent’anni addietro, quando c’era la fame e la gente rubava molto piu’ di adesso, per quanto il furto per mangiare non fosse necessario ai dipendenti dei Musumeci". (cit. La Voce del Maestrale)
La Voce del Maestrale nella recensione di Maria Gargotta, scrittrice napoletana di origini siciliane e docente presso il Liceo Artistico Statale di Napoli.
Mio padre era di Termini Imerese e, anche se per pochi anni giovanili, aveva lavorato in un mulino del suo paese; quella pasta bianca, di cui mi parlava spesso, che li aveva sfamati durante la guerra, gli era rimasta dentro. Suo fratello Nino nel pastificio ci aveva lavorato tutta la vita. Questo breve antefatto dal sapore personale, che mi si vorrà perdonare, spiega l'effetto che ha avuto per me la scoperta del romanzo di Nunzio Russo La Voce del Maestrale, giunto ormai alla sua quarta edizione e vincitore di recente del Premio Elmo (2014), incontrato, come per caso, nella sua prima edizione su una bancarella della mia Napoli; il sottotitolo Storia di pastai siciliani ha improvvisamente richiamato alla memoria quel pastificio familiare di Termini Imerese, dove attualmente sorge un negozio di ferramenta.
Ma, se la copertina ha rappresentato una sorta di richiamo della foresta, la lettura del romanzo è stata una rivelazione sorprendente, perché, nella giusta mistione di storia e fantasia, propone al lettore un'avventura fatta di emozioni forti, di eroismi e di grandi idealità di un passato che, pur apparendo oggi lontano anni-luce, appartiene alla nostra storia più autentica. Infatti, il romanzo di Nunzio Russo attraversa, con forza e delicatezza ad un tempo, le vicende nazionali, sociali e sentimentali, di personaggi, congiunti da una grande saga familiare e da intense passioni.
Gli anni cruciali – i più intricati e nodali del nostro Paese – che dal nazionalismo colonialista, seguito alle idealità tradite del Risogimento di fine Ottocento, giunge al secondo dopoguerra, accompagnano con passo leggero e trascinatore, nonostante gli eventi tragici, le azioni e le scelte della famiglia Musumeci, imprenditori coraggiosi, che dalla produzione di farina si trasformano, non senza difficoltà economiche, in pastai, capaci di imporsi a livello nazionale.
La lotta, che ha qualcosa di epico, tra i valori del lavoro onesto e dal volto umano, che sa privilegiare i rapporti sulle aride logiche economiche, e la malavita, che, seppure nel lungo arco di tempo, attraversano la narrazione, cambia forma e comportamenti, riassume sempre e comunque in sé le forze di un potere arrogante, che intercetta e distrugge ogni possibile sviluppo collettivo. Lungi dall'assumere un aspetto manicheo e meccanico, tale lotta, tra forze sociali positive e costruttive e quelle negative e distruttive, si inserisce e si consuma nel tessuto storico, che di volta in volta tesse la trama di un estremo meridione, sacrificato e abbandonato a un mancato riscatto.
I personaggi, legati da vincoli di sangue o di amicizia, che disegnano la vicenda complessa di una saga familiare di imprenditori siciliani, trovano in questa lotta la loro ragione di operare, di combattere, magari talvolta in maniera quasi donchisciottesca, ma che non rinunzia, a costo della vita, come nel caso del capostipite, il barone di Mezzocannolo, alla propria epica battaglia quotidiana per dar vita a una visione, che nei vincoli familiari trova i propri punti di forza e nell'investimento, talora azzardato, del denaro, prova a inventare lavoro e sviluppo.
La famiglia Musumeci, proprietaria di feudi fertili e baciati dal sole caldo del sud, inizia un'avventura rischiosa quanto avvincente, quando si avvia sulla strada dell'imprenditoria, con la produzione della pasta, offrendo un'opportunità umana e sociale di grande rilievo a quella fetta di terra siciliana posta, in maniera non b
Tratto da La Voce del Maestrale
"Continuò a parlare seduto sulla rotonda, mentre il tramonto velava ogni cosa e striava di cupe venature arancio le nubi che avanzavano dal mare".