Officine Meccaniche Italiane – Reggiane
Furono le Officine Meccaniche Italiane (OMI) – più note come Reggiane – a costruire, negli anni Trenta, la macchina semolatrice (pulitrice quadrupla da semole) che per anni ha contribuito a produrre pasta alimentare a Termini Imerese e in Sicilia. La semolatrice è poi tornata a Reggio Emilia grazie all’impegno di Nunzio Russo e di Angelo Cascino. In vero, le “Reggiane” sono nate ad inizio ‘900 per produrre aerei civili e militari, locomotive, motori ferroviari e gru. Nel 1951, dopo una lunga occupazione della fabbrica da parte degli operai contro i duemila licenziamenti, l’azienda riconvertì la propria produzione da bellica a civile. Le “Reggiane” scrissero importanti pagine della storia nazionale, tutte raccolte nell’Archivio Digitale delle OMI presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. Gli archivi multimediali dell’Unimore raccolgono, quindi, un enorme patrimonio documentale di dati e immagini e conservano persino parte dell’Archivio Pasta Russo 1875 di Termini Imerese. L’ingegnere Adriano Riatti, appassionato ed esperto di storia dell’aeronautica, è curatore dell’Archivio Digitale delle Reggiane.
– Come mai l’Archivio Digitale Reggiane, presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, sostiene e promuove “Il romanzo della pasta italiana”, in mostra dal 28 al 30 novembre a Palermo?
Un pezzo della nostra storia industriale è oggi ritornato a Reggio Emilia grazie all’attenzione e alla disponibilità di Nunzio Russo e di Angelo Cascino, entrambi di Termini Imerese, che hanno reso disponibile la macchina dopo averla smontata. La semolatrice infatti è stata ritrovata in modo quasi fortuito a Termini Imerese.
– Un macchinario prodotto negli anni ‘30, la “semolatrice”, unisce quindi Reggio Emilia e Termini Imerese. Per le Officine Meccaniche Reggiane cosa rappresenta oggi il recupero della semolatrice?
Le officine “Reggiane” oggi non esistono più. La semolatrice è, ad oggi, l’unico prodotto integro esistente e restaurato, visibile al Tecnopolo di Reggio Emilia. Rappresenta una conoscenza delle lavorazioni del legno e del metallo sicuramente accresciute dalla scuola professionale "Reggiane", che formava maschi e femmine per un altro anno dopo i tre della scuola di stato e sotto la guida di esperti operai. Ciò che si dovrebbe fare ancora oggi. Un apposito libro di testo era stato realizzato come compendio della formazione.
– Nel suo romanzo “La voce del maestrale” Nunzio Russo parla anche delle macchine delle Reggiane. Quale ruolo ebbero nella storia della pasta italiana?
Sicuramente un ruolo importante. I principali pastai italiani, come Petrini, Voiello, Russo, utilizzavano macchinario “Reggiane”.
UFFICIO STAMPA e informazioni:
Maria Grazia D’Agostino
cell. 320.6213118
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