È uscito il libro «Il Romanzo della Pasta Italiana» di Nunzio Russo, scrittore termitano e discendente di un’antica famiglia di produttori di pasta alimentare siciliana. Il libro, disponibile in formato cartaceo ma anche in ebook, presenta, in 80 pagine, la storia della pasta secca e traccia un affascinante percorso storico della pasta alimentare accompagnato da una cinquantina di immagini. 

Il volume, presentato dallo stesso autore per la prima volta l’11 febbraio nel corso della conferenza svoltasi nell’auditorium del liceo scientifico “Nicolò Palmeri”  sui “Grani Duri Antichi Siciliani, il benessere nella tradizione”, si pone come l’unico testo al mondo che nasce dalla terra dove la pasta secca (a lunga conservazione) nei fatti è nata, e giusto nell’anno dell’Expo.
 
Finora il romanzo si era presentato come un Power Point, realizzato dallo stesso Russo, attraverso cui l’autore ripercorreva le origini della pasta italiana nel corso di eventi e manifestazioni a tema. Con il libro, tale memoria ha preso corpo rappresentando una importante base per parlare di “storia della pasta italiana”.
«Non si può dire esattamente dove e quando è nata la pasta – scrive Nunzio Russo nelle prime pagine del suo libro -, perché appare sulle nostre tavole grazie alla buona volontà di quella prima massaia siciliana che ha messo insieme semola di grano duro e acqua a forza di braccia». Ma ci sono documenti, come quello del geografo arabo Al Idrisi, che ci parlano della produzione di pasta in una località tra Termini Imerese e Trabia nel 1154. Certo è che i primi mulini necessitavano della forza meccanica dell’acqua per le macine, quindi non potevano che sorgere nelle vicinanze di fiumi. Lo scrittore, figlio di due famiglie di pastai (“Russo” di Termini Imerese e “Messineo” di Trabia), dedica il libro al papà Francesco e parla anche della vivace industria pastaia del territorio a cavallo tra ‘800 e ‘900.
Nell’excursus storico si arriva fino ai giorni nostri che vedono la nascita della pasta al «germe di soia» che porta il nome di «Aliveris» (società che detiene il brevetto di questa pasta – ottenuto grazie ai ricercatori Carlo Clerici e Kenneth DR Setchell – il cui unico produttore al mondo è il Pastificio Filiberto Bianconi) e che unisce alla pasta di semola di grano duro la soia, tipico ingrediente della cultura culinaria asiatica e molto usato in Cina, Giappone e Indonesia.
 
Il testo, un pamphlet, è dunque un breve saggio agevole nella lettura e completo nei contenuti tanto che permette di apprendere qualcosa sulla pasta italiana in poco tempo. E basato sull’etnostoria: la ricerca si fonda su fonti canoniche scritte e tradizioni orali. Il risultato è un approccio al presente e al futuro grazie a retrospezione e manifestazioni della cultura popolare.

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