Nel tracciare una breve storia di questa industria, che poi e’ stata l’azienda della mia famiglia, ritengo corretta una nota iniziale tratta dalle fonti della storia.
LA VOCE DEL MAESTRALE di Nunzio Russo – 458 pag. – edito da EEE-book (Strada Vivero 15 – 10024 Moncalieri – TO – tel. 011 6472110 – www.edizioniesordienri.com) – brossurato – 2012 – prezzo 17,00 € – ISBN 978-88-6690-090-0
In tal senso tutti insieme abbiamo fatto "cultura" perché abbiamo costruito un significato da portare avanti nella quotidianita’, perche’ leggere un libro deve aprire nuovi orizzonti dando una delle possibili chiavi di lettura della controversa e multiforme realta’ in cui viviamo (…)
Venerdì 21 giugno, il primo giorno d’estate, a Trabia presso la Villa Falcone e Borsellino nell’ambito della rassegna "Il maggio dei libri", patrocinata dal Comune di Trabia, ho avuto il piacere di partecipare ad un evento, non dico unico, ma sicuramente raro. La presentazione del romanzo "La voce del maestrale" di Nunzio Russo, scrittore alla sua prima fatica letteraria, ma non per questo di poco pregio, si e’ ben presto trasformata in un talk! Il Sindaco di Trabia, Francesco Bondì, ha aperto le danze introducendo lo scrittore e me in quanto relatrice e instillando nel pubblico variegato di ragazzi e adulti la curiosità di scoprire una storia, quella narrata dall’Autore, nei luoghi di Termini Imerese e Trabia del secolo scorso attraverso la cornice dell’attivita’ dei pastifici più famosi per circa un secolo. Io ho puntualizzato alcuni elementi dell’avvincente storia del romanzo attraverso i luoghi, le persone, gli amori e concentrando l’attenzione sul file rouge della narrazione: il lavoro come elemento fondante della vita nella dimensione dell’attaccamento alla famiglia e della sua difesa a qualsiasi costo. Pochissime battute hanno entusiasmato gli intervenuti che subito hanno intavolato una discussione piuttosto interessante, spaziando dal senso e dalle radici dell’attività imprenditoriale termitana e non solo nel passato all’esigenza di riscoprire il legame con il lavoro attraverso la famiglia dietro l’esempio dei maestri pastai della famiglia Russo, al problema della globalizzazione che ha esasperato nel tempo la frattura all’apparenza incolmabile tra Nord e Sud del mondo, alla riscoperta dei paesaggi africani un tempo italiani, alle brillanti figure femminili del romanzo, madri, imprenditrici, medici e comunque donne dal profondo senso del dovere, alle radici della narrazione dal romanzo sociale del Settecento alla narrativa verista e realista tra Ottocento e Novecento.
In realtà tutti siamo stati relatori del romanzo e, soprattutto, della positivita’ che abbiamo insieme scoperto in esso e consegnato alla collettivita’: ricominciare significa sacrificio, investimento di tutte le risorse, capacita’ di mettersi in gioco e amore per i veri legami che la famiglia e un progetto lavorativo condiviso sanno creare. In tal senso tutti insieme abbiamo fatto "cultura" perché abbiamo costruito un significato da portare avanti nella quotidianita’, perché leggere un libro deve aprire nuovi orizzonti dando una delle possibili chiavi di lettura della controversa e multiforme realta’ in cui viviamo.
"La Voce del Maestrale"! di Nunzio Russo edito da EEEbook alla XXVI Fiera Internazionale del Libro di Torino 2013. Il romanzo, alla sua terza edizione, è distribuito in libreria e sui principali web store di distribuzione on line. Pubblicazione cartacea ed ebook. Il blog dell’autore www.nunziorusso.it
“La grandezza di quest’opera, degna di entrare tra i classici della letteratura siciliana, sicuramente sta nel portare alla luce …”
Mi sono imbattuta con “La voce del maestrale” di Nunzio Russo per caso e, di fatto, ne sono stata folgorata. Nato in Sicilia nel 1960 e discendente di una famiglia di produttori di pasta, l’autore ha mostrato grande talento letterario con questa sua opera prima. “La voce del maestrale” (2008) e’ un libro ambientato tra la Sicilia e l’Africa in un lasso di tempo che scorre tra il 1910 e il 1996. Romanzo in parte autobiografico, in parte inventato, e’ la saga familiare dei Musumeci che si sviluppa tra eventi storici d’interesse rilevante, come la prima e la seconda guerra mondiale, il ventennio fascista, la campagna d’Africa, lo sbarco in Sicilia delle truppe americane, l’avvento della Repubblica, il boom economico e cio’ che ne consegue. Capostipite della famiglia, Salvatore Musumeci, mugnaio di Granata, che e’ riuscito ad arricchirsi grazie al suo duro e onesto lavoro e per salire di ceto a comprarsi il titolo nobiliare di barone di Mezzocannolo. Il suo non sottostare al principe di Granata, senatore del Regno d’Italia, proprietario della maggior parte dei mulini della zona, lo portera’ a una morte barbara per mano di un mafioso. Il mulino passa cosi’ a suo figlio Vincenzo che comincia a produrre semole da pasta e fonda il Pastificio Musumeci, con ottimi guadagni. Vincenzo sposa Ada, donna mentalmente instabile, da cui avra’ il figlio Toto’, ma il suo unico e vero amore e’ Maddalena, medico missionario in Africa, che resta incinta di lui e che, per salvare se stessa e la famiglia, sposa un ufficiale italiano, Adriano Baggio. A Toto’ piacerebbe tanto studiare musica e diventare direttore d’orchestra ma, come desidera il padre, s’iscrive alla facolta’ di economia per prendere le redini del pastificio che riesce a ingrandire, aumentandone ben presto la produzione ed esportando la pasta Musumeci persino in America. Toto’ diventa anche deputato della Democrazia Cristiana e si batte per i pastifici siciliani che durante gli anni settanta soccomberanno ai nuovi pastifici del nord. D’altronde Toto’ insieme all’amico del cuore Nino Ventura aveva piu’ volte salvato il proprio pastificio dal fallimento e soprattutto durante la seconda guerra mondiale dalla distruzione, murando in uno scantinato tutti i nuovi macchinari, appena comprati dalle Officine Reggiane. Caparbio sino all’inverosimile, Toto’ amerà per tutta la vita Elena, da cui pero’ non avra’ eredi maschi. Il nipote Adriano, figlio del fratellastro Peppuccio stroncato, da un brutto male, a causa d’investimenti sbagliati in Africa dimezzera’ il patrimonio dei Musumeci e sarà causa dell’epilogo della famiglia. In questo romanzo l’amore, l’amicizia, la lealtà, il senso della famiglia sono analizzati e descritti in tutta la loro sicilianità come, invece, i temi atavici di una terra feudale, latifondista, nelle mani dei gabellotti locali, sono analizzati e descritti in tutta la loro sicilitudine. Una vicenda narrata con una prosa elegante che descrive la storia di alcuni uomini che hanno fatto l’imprenditoria del Sud con enormi difficolta’ e che hanno dovuto soccombere soprattutto a causa dei costi di trasporto e dell’assenza di una rete autostradale ai produttori delle regioni settentrionali ad aziende molto piu’ grosse, più all’avanguardia e vicine ai mercati. La grandezza di quest’opera, degna di entrare tra i classici della letteratura siciliana, sicuramente sta nel portare alla luce con documenti alla mano la chiusura di oltre quarantacinque piccole industrie nella zona di Termini Imerese che riuscivano a produrre giornalmente 14.521 quintali di pasta. La pasta e’ nata in Sicilia tra Termini Imerese e Trabia nel 1154, cento cinquant’anni prima, dunque, che Marco Polo giungesse dall
Una pagina di storia tra Emilia e Sicilia.
Se si richiama il passato industriale di Termini Imerese non si puo’ non pensare alla Fiat, passato ancora prossimo e ferita ancora aperta per ogni termitano. Molti, pero’, non hanno dimenticato la presenza dei numerosi pastifici che dagli inizi del secolo fino agli anni Ottanta hanno prodotto qui pasta e farina.
Di questo passato si e’ ricordata l’Universita’ di Modena e Reggio Emilia, sollecitata da una persona che ha letto il libro di Nunzio Russo, scrittore termitano che in “La voce del maestrale” ha ripercorso la storia della sua famiglia, proprietaria di un pastificio. Reggiane erano le Officine che producevano i macchinari utilizzati da questo pastificio, Adriano Riatti, direttore dell’archivio di Stato delle Reggiane, insieme alla figlia Francesca, ha intrapreso cosi’ un viaggio in Sicilia per ritrovare i luoghi dove venivano impiegati i macchinari prodotti dall’allora fiorente produzione delle Officine Reggiane. L’ing. Riatti, accompagnato da Nunzio Russo, e’ venuto a far visita al sindaco Toto’ Burrafato. Insieme e’ stata ripercorsa la storia delle Officine Reggiane che dagli inizi del secolo scorso hanno rappresentato, identificandosi con essa, la città di Reggio Emilia.
Si e’ scoperto così che le Officine producevano caldaie, carri ferroviari, macchine agricole, macchine per mulini e pastifici e anche le carrozze dell’Orient Express. Dopo il periodo bellico, oltre ai macchinari per i mulini, ha continuato la produzione ferroviaria, la produzione di macchine per le miniere (tutta la zona del nisseno utilizza macchinari e attrezzature delle Officine Reggiane). E ha continuato la produzione di aerei che erano stati impiegati anche nella guerra e partivano dagli aeroporti di Birgi e Boccadifalco.
La scoperta da parte delle truppe alleate della presenza di aerei in Sicilia determino’ la decisione di distruggere le Officine che le producevano. Reggio Emilia con le sue aziende fu bombardata, molti macchinari furono salvati perché seppelliti sotto terra. In seguito le Officine sono state acquistate da Caproni che ha proseguito la produzione, ma con il tempo si e’ ridotta sempre più fino all’attuale produzione di gru per i porti.
Negli archivi delle Officine Reggiane sono stati trovati progetti di un trans-aereo, di pale eoliche e bozzetti di un’auto di lusso con compressore, interni in pelle e alluminio per la scocca. Il sindaco Toto’ Burrafato con amarezza ha sottolineato: “Al nostro territorio devastato – da un punto di vista ambientale – da quarant’anni di produzione di automobili, oggi restano soltanto le vecchie macchine delle Officine Reggiane e pastifici che non esistono più”.
Il libro di Nunzio Russo “La voce del maestrale” sarà presentato il prossimo 22 aprile presso l’Università di Modena e Reggio Emilia.
L’introduzione ai lavori è affidata al Pro Rettore della sede di Reggio Emilia, prof. Luigi Grasselli, a cui seguiranno gli interventi di Maria Grazia Degola su “La magia del maestrale”, Adriano Riatti, curatore dell’archivio digitale “Reggiane” presso la Mediateca universitaria su “Le produzioni “Reggiane” per il settore alimentare”, Francesca Caronna su “Storia delle industrie in Sicilia”.
La rivista "L’Agente Immobiliare" organo ufficiale della FIAIP – Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali, la più grande associazione del comparto immobiliare in Italia, ha dedicato un articolo a "La Voce del Maestrale".
" Nunzio Russo è autore di un volume, La Voce Del Maestrale (Robin Edizioni), che traccia una storia a tinte forti immersa negli splendori e nelle contraddizioni della Sicilia… …Un romanzo ambientato nei primi del Novecento, nel quale si legge però anche una testimonianza diretta di impegno su un fronte attualissimo, che di letterario e di fantasioso ha ben poco. La vicenda si snoda su territori, situazioni e caratteri molto noti all’autore.."
pubblicato 10/01/2010