La pasta è nata in Sicilia. Il suo luogo di origine è Termini Imerese. I ricercatori ci danno notizie di questo prodotto unico nella storia della scienza alimentare, fino dal 1154. E quindi da quando il geografo arabo Al Idrisi giro’ l’isola, scrivendo Il Libro di Ruggero, e così narrando le meraviglie della terra del sole e per conto del normanno Re Ruggero II di Sicilia. Questo fatto avvenne cento anni prima della nascita di Marco Polo, per centinaia di anni considerato l’esploratore che – scopertala in Cina – la fece poi conoscere in occidente. Di questo mito secolare è rimasto poco nel luogo d’origine. Agli inizi del novecento a Termini Imerese c’erano ancora quarantacinque fabbriche, e tutte producevano pasta o macinavano il grano. Sulla carta stampata, di alcune aziende è rimasta indelebile traccia fino ad oggi.
ANTONINO RUSSO FU NUNZIO
Molini e Pastificio – TERMINI IMERESE
"Non v’è chi non dica che le paste alimentari di Torre Annunziata e di Gragnano siano tra quelle di produzione italiana le supereccellenti; ed infatti non si può dire che tali prodotti siano da disprezzare; ma in omaggio alla giustizia ed alla verità, è dovereoso riconoscere che il luogo di origine di questa industria è la Sicilia e specialmente Termini Imerese, ove si fabbrica la pasta di pura semola senza ricorrere alle materie eterogenee di cui non tutte le Case produttrici di altri siti sono aliene dal miscelare le semole per la pasta medesima.
In riva al mare, ma poco lungi dalla Città e vicinissimo allo stabilimento termale, sorge in Termini Imerese un opificio di recente costruzione, ma che rappresenta il risultato di molti anni di lavoro e di attività. Esso appartiene alla ditta Russo, la quale sino dal 1875 esiste, ed ha saputo conquistarsi per la bontà dei suoi prodotti un posto invidiabile fra le Ditte esportatrici di paste alimentari siciliane.
E’ il solo stabilimento di Termini che unisca alla produzione di paste alimentari la macinazione dei cereali; questa produzione cumulativa porta il doppio vantaggio di avere una materia prima migliore, ed il prodotto eccellente.
Lo stabilimento è fornito di una motrice a gas povero di 30 cavalli, ed un macchinario esemplare, quali macine e semolatrici, impastatrici, torchi orizzontali e verticali e gramolatrici.
Il frumento adoperato, è il cosi detto duro di Sicilia, col quale si fabbrica dal Russo un unico tipo di pasta. Le specie poi variano a seconda delle richieste, e si va dalle sottili pastine alle paste lunghe, forate o scanalate.
Questi prodotti sono veramente degni della rinomanza che godono in Italia e particolarmente all’estero; nella cottura conservano la loro consistenza, hanno un sapore speciale gustosissimo e sono di facilissima digestione. Cio’ dipende anzitutto dalla qualita’ extra dei grani adoperati, e poi da un fatto importantissimo a sapersi. Lo stabilimento Russo sorge a non più di 100 metri dalle famose e miracolose Terme; una vena d’acqua termale passa proprio sotto l’edificio del Russo, il quale conoscendo i benefici effetti di queste acque volle adottarle per la pulitura e la bagnatura del grano.
Una pompa estrae continuamente quest’acqua minerale e calda, ed il grano s’imbeve e si appropria tutti gli elementi salutiferi dell’acqua, i quali vengono conservati
Questo piatto è unico nella tradizione siciliana. Le vecchie storie dicono che fu pensato dalla signora Adele La Manna Giuffrè di Termini Imerese, proprietaria terriera e poetessa.
Il nome di PASTA INCACIATA, si dice, fu proprio lei a stabilirlo. La ricetta è stata tramandata attraverso le generazioni. Oggi viene presentata da questo blog e offerta ai buongustai di tutto il mondo. Chi ha avuto la fortuna di assaggiare questa pietanza, specialmente a ferragosto e sotto un albero di ulivo, non l’ha più dimenticata.
LA PASTA “INCACIATA”
Ingredienti: (Per 6-8 persone)
500 gr. di rigatoni
600 gr. di carne di manzo per sugo
100 gr di estratto di pomodoro
2 melanzane
1/2 cipolla
1 mazzo di basilico
1 noce moscata
1 cucchiaio di zucchero
1 cucchiaio di parmigiano
olio di oliva
Preparazione:
Tagliare in tre parti la carne. Versare un poco di olio in un tegame e riscaldare leggermente. Poi rosolare il manzo da ogni lato, quindi poggiarlo in un piatto. Nello stesso tegame soffriggere la mezza cipolla fin quando diventa bionda, aggiungere l’estratto di pomodoro e scioglierlo con acqua calda. Quindi, tornare a mescolare la carne nel sugo. Spandere ancora abbondante acqua calda, portare a ebollizione e far cuocere per circa due ore a fuoco moderato. Attendere che l’intingolo si rapprenda. Quando la carne è ben cotta bisogna metterla su un tagliere, spezzettarla e poi depositarla in un’altra pentola. Friggere le melanzane tagliate a fette, tagliuzzarle e unirle al manzo. Condire con due – tre mestoli di sugo, basilico, zucchero, sale, parmigiano e un pizzico di noce moscata. Cuocere i rigatoni e, dopo avere eliminato l’acqua di cottura, maneggiarli insieme al condimento. Servire in un piatto di portata.
Per gentile concessione degli eredi della signora Adele La Manna Giuffrè
“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla, una certa qualità d’animo, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo nero che spia”. (Gesualdo Bufalino)
Delle province siciliane quella di Ragusa è relativamente giovane. Infatti, venne istituita nella seconda metà degli anni venti. La zona è fra le più ricche del mezzogiorno d’Italia. Il capoluogo è una città dinamica, sede di numerose aziende ed enti. Nel ragusano vi sono grandissimi giacimenti d’asfalto, tra i più grandi d’Europa, oltre una consistente presenza di petrolio.
Il centro storico di Ragusa Ibla, caratterizzato dai suoi palazzi in stile barocco, è stato dichiarato patrimonio dell’UNESCO. Numerosi i film, divenuti dei veri cult, girati interamente ad Ibla. Davanti a tutti, Divorzio all’Italiana di Pietro Germi e Kaosdei fratelli Taviani.
A Maria Grazia Di Forti, presidente del Collegio Provinciale Fiaip – federazione italiana agenti immobiliari professionali – di Ragusa, abbiamo chiesto una riflessione sulla sua terra e gli abitanti.
“Qui la gente è ancora genuina, lavora e produce, oltre ad essere particolarmente generosa. Il numero dei donatori Avis , in rapporto agli abitanti, è secondo soltanto alla città di Milano. Per chi viene da fuori è uno spettacolo guardare Ibla, la sera e dall’alto, così simile ad un presepe d’altre epoche. Insomma, parlo di luoghi bellissimi e paradisiaci, come li ha recentemente definiti Roberto Benigni, che lo scorso settembre ha visitato questa provincia”. Ha risposto la signora Di Forti.