Nel parlare della Targa Florio ritengo difficile escludere un breve commento. E come descrivere una manifestazione che va oltre il fatto sportivo, se non affermando che rappresenta o meglio esprime una chiara volontà di cambiamento, che la nostra terra vuole operare, nel contesto di una piu’ generale tendenza al miglioramento della civilta’ di Sicilia. “Bisogna guardare avanti” come diceva Vincenzo Florio, il fondatore di questo quotidiano, e come sostiene ancora oggi la redazione tutta.
Questo significa non tralasciare l’anima della nostra regione che, con una giusta interpretazione del passato, in questo caso sportivo, ci aiuti a comprendere i valori mai sopiti di una societa’ finalmente indirizzata al progresso ed al dinamismo. Le forze giovani del nostro mondo, il mondo dell’automobilismo isolano, devono sforzarsi d’interpretare agli occhi degli amici di oltre Stretto tale determinazione.
La Targa Florio come uno degli esempi chiari e puliti di un mondo rinnovato, e per questo libero da vincoli e lacci di una certa categoria di uomini legati ad un passato di errori, innalzandosi al punto da meritare rispetto e considerazione davanti la classe dirigente della nazione. Lo sport automibilistico insieme con i doni espressi dai campioni siciliani di ieri e di oggi – davanti a tutti Nino Vaccarella ed Antonio Pucci – e’ un esempio di crescita inarrestabile.
In questa ottica va inquadrata la partecipazione alle gare della scuderia Afi Club di Termini Imerese, ed il sostegno di questa a tutti i piloti dell’isola oltre ai piu’ blasonati campioni. A questo punto, non stupisce incontrare Mauro Pregliasco – campione d’Europa Rally – circondato da giovani, e poi ascoltare dalla sua voce: “Voi ragazzi rappresentate e dovete continuare a rappresentare la parte piu’ bella e sana della Sicilia”. Un messaggio rivolto tutti, perche’ l’automobilismo oltre palestra di coraggio lo sia anche di vita. Quasi settanta anni di Targa Florio desidero insegnino pure questo.
quotidiano L’Ora di Palermo 29 febbraio 1985
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