Da scrittore, ma anche da figlio e pronipote di pastai, vi assicuro che intervistare l'avvocato Lorenzo Pusateri è stata una sorpresa. Ho conosciuto tante verità su questo prodotto davvero amato dai consumatori.
Di pasta si deve parlare con chi se ne intende, sul serio. Per questo sono in Sicilia e nel mio studio. Devo incontrare l’avvocato Lorenzo Pusateri. Quando arriva, puntuale come deve essere un industriale, lo trovo eretto, elegante e sempre in buona forma. E’ l’ultimo di un mito, che, nella regione, conta quasi novecento anni di storia. E’ nato nel ’29, e conseguita la laurea in giurisprudenza con il massimo dei voti, giunge a Roma come procuratore legale di un noto studio della capitale. Dopo alcuni anni, però, il padre lo richiama ai doveri verso l’azienda di famiglia, fondata nel 1874. Il giovane avvocato lascia la professione, ponendo alcune condizioni: la piena autonomia decisionale e l’autorizzazione a programmare un piano quadriennale d’investimenti, per ammodernare il molino e pastificio. Siamo nel 1958. Da quei tempi, e per cinquant’anni, Lorenzo è stato tra i più brillanti e lungimiranti produttori di pasta siciliani. Impegnato nella società civile, ha ricoperto la carica di presidente del Rotary Palermo Est, di presidente della Sezione Mugnai presso Confindustria Palermo, di membro della Commissione Prezzi Cerealicoli. Più volte consigliere comunale e assessore della Città di Termini Imerese. Le vicende di Antonino Arrigo & Figli e diPastarrigo sono le sue. Senza dubbio, posso aggiungere, riprendono anche quelle di tutti i più noti pastifici dell’isola.
Incomincerò dalla domanda più difficile per un pastaio della tradizione. Avvocato Pusateri come definisce il moderno pastificio industriale?
E’ scomparso il pastificio come si conosceva un tempo, al suo posto è subentrata la fabbrica. Non vi è più il profumo che emana l’impasto, né la pasta con il sapore di pasta. Dalla materia prima al prodotto finito, confezionato a fardelli e stoccato nel magazzino automatico, a sovrintendere tutto c’è il personal computer. Tutto è impersonale e asettico. Manca l’amore, continuo e appassionato, che accompagnava la produzione. Il pastaio si chiama “tecnologo”, e controlla tutto il processo produttivo per mezzo di un video e di una tastiera, anche a distanza.
Qual è stato il recente passato della produzione in Sicilia, la terra dove ha avuto origine la pasta secca?
Il primo pastificio interamente automatico, con linee di pasta lunga e corta, è stato realizzato da Antonino Arrigo & Figli di Termini Imerese nel 1963 in un immobile su più livelli all’interno del centro urbano. Nel 1971 seguì un moderno stabilimento, tutto su un piano, con superficie di 6.000 metri quadrati, dei quali 4.500 coperti. La ragione sociale divenne Pastarrigo s.r.l., anche per dotare l’azienda di uno statuto più adatto ai nuovi tempi. Sono state installate quattro linee per paste lunghe, corte e speciali. La capacità produttiva iniziale era di 400 quintali nelle ventiquattro ore. Dal 1980, si raggiunsero i dieci quintali di prodotto per ogni ora di lavoro.
Ai lettori farebbe piacere conoscere lo sviluppo tecnologico delle aziende siciliane. Insomma, avvocato, perché queste aziende erano considerate all’avanguardia?