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La Voce del Maestrale

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Video dedicato all’evento "Le Macchine per La Vita" – Officine Meccaniche Reggiane, tenuto presso il Tecnopolo Reggiano dell’Universita’ degli Studi di Modena e Reggio E. con la partecipazione del romanzo storico "La Voce del Maestrale" di Nunzio Russo vincitore del Premio Elmo 2014 (sez. scrittori) – Rizziconi RC, 6-7 settembre 2014. Il romanzo è pubblicato da EEEbook, 2014, quarta edizione, isbn 978-88-6690-214-0. Distribuito attraverso la piattaforma Stealth. A questo link trovi l’elenco costantemente aggiornato dei webstore di tutto il mondo in cui è presente La Voce del Maestrale. http://blog.sbfstealth.com/

Pavia, 16 Dicembre 2005
 
Egr. Dott. Asero,
le scrivo queste poche righe innanzi tutto per ringraziare lei e l’autore per l’onore che mi avete fatto nell’inserirmi tra i relatori per la presentazione del libro “La voce del maestrale” e soprattutto per giustificare la mia assenza causata da impegni di lavoro. Le chiedo per gentilezza di leggere personalmente le poche righe che le sto inviando.
Sono molto felice per il successo che un caro amico e “compagno di giochi” sia riuscito a raggiungere e sicuramente ammiro il coraggio che Nunzio ha avuto nel combattere perché il suo sogno si realizzasse. Avrei sinceramente voluto essere lì con voi oggi, non solo per partecipare al successo di una persona cara, ma anche perché in questa occasione avrei potuto rivedere e salutare amici che non vedo da tempo, ma che sono sempre rimasti nel mio cuore. Soprattutto sarei tornata in quella che da sempre ho considerato la “mia terra”. Non passa giorno in cui nelle mie conversazioni con amici o colleghi io non parli un pò dei miei anni trascorsi in Sicilia e non passa giorno in cui io non senta telefonicamente qualcuno dei miei amici siciliani. Sono fisicamente lontana, ma sentimentalmente molto più vicina a questa terra di quanto non lo sia un nativo.
Leggendo il libro di Nunzio Russo ho ripercorso i miei anni siciliani, mi è tornato alla memoria il grande odio che ho provato per quella terra dall’istante in cui i miei genitori mi hanno comunicato che ci saremmo trasferiti in Sicilia. Cambiare casa e città da piccole è sempre stato considerato un gioco per me e mia sorella, nuovi amici, nuovi compagni di scuola, nuove culture ed esperienze, ma a quindici anni il gioco iniziava a trasformarsi in “problema”. Ebbene, grazie all’aiuto dei compagni di scuola del Liceo Scientifico di Termini Imerese e poi degli amici (molti dei quali presenti in sala questa sera) che ci hanno accolto con l’affetto di cui solo un “siciliano” è capace, ebbene, quel grande odio si è trasformato in amore profondo, uno di quegli amori che non ostante tutto non finiscono mai. Si tratta di amore verso le persone, di amore verso una cultura completamente diversa da quelle in cui sono cresciuta, di una cultura fatta di valori, giusti o sbagliati che siano, che comunque coinvolgono l’essere umano a tal punto da farlo sentire uno di loro, un “siciliano”. Si tratta di un amore verso una terra dai mille colori, dalle mille contraddizioni e dai mille sapori, ma che proprio per questo entra nel sangue e rende “siciliano” anche chi non lo è.
Giovedì pomeriggio, parlando al telefono con l’autore, mi sono sentita dire “Amunì, arricampati, tu sei una polentona isolana”. Lui l’ha detto scherzando, ma scherzando ha toccato nel segno. Sono una polentona isolana e ne sono fiera, come sono orgogliosa di avere scritto sulla mia webpage che mi sono laureata all’Università degli Studi di Palermo. (Non so se l’Università degli Studi di Palermo sia altrettanto orgogliosa di ciò!!!).
 

In tal senso tutti insieme abbiamo fatto "cultura" perché abbiamo costruito un significato da portare avanti nella quotidianita’, perche’ leggere un libro deve aprire nuovi orizzonti dando una delle possibili chiavi di lettura della controversa e multiforme realta’ in cui viviamo (…)

Venerdì 21 giugno, il primo giorno d’estate, a Trabia presso la Villa Falcone e Borsellino nell’ambito della rassegna "Il maggio dei libri", patrocinata dal Comune di Trabia, ho avuto il piacere di partecipare ad un evento, non dico unico, ma sicuramente raro. La presentazione del romanzo "La voce del maestrale" di Nunzio Russo, scrittore alla sua prima fatica letteraria, ma non per questo di poco pregio, si e’ ben presto trasformata in un talk! Il Sindaco di Trabia, Francesco Bondì, ha aperto le danze introducendo lo scrittore e me in quanto relatrice e instillando nel pubblico variegato di ragazzi e adulti la curiosità di scoprire una storia, quella narrata dall’Autore, nei luoghi di Termini Imerese e Trabia del secolo scorso attraverso la cornice dell’attivita’ dei pastifici più famosi per circa un secolo. Io ho puntualizzato alcuni elementi dell’avvincente storia del romanzo attraverso i luoghi, le persone, gli amori e concentrando l’attenzione sul file rouge della narrazione: il lavoro come elemento fondante della vita nella dimensione dell’attaccamento alla famiglia e della sua difesa a qualsiasi costo. Pochissime battute hanno entusiasmato gli intervenuti che subito hanno intavolato una discussione piuttosto interessante, spaziando dal senso e dalle radici dell’attività imprenditoriale termitana e non solo nel passato all’esigenza di riscoprire il legame con il lavoro attraverso la famiglia dietro l’esempio dei maestri pastai della famiglia Russo, al problema della globalizzazione che ha esasperato nel tempo la frattura all’apparenza incolmabile tra Nord e Sud del mondo, alla riscoperta dei paesaggi africani un tempo italiani, alle brillanti figure femminili del romanzo, madri, imprenditrici, medici e comunque donne dal profondo senso del dovere, alle radici della narrazione dal romanzo sociale del Settecento alla narrativa verista e realista tra Ottocento e Novecento.

Il dialogo vivace e partecipato ha fatto rivivere luoghi e personaggi del romanzo avvicinandoli al presente: quell’etica del sacrificio e del lavoro che produce lavoro insieme alla semplicita’ e alla morigeratezza si e’ trasformata in spunto di riflessione per leggere la crisi presente, le difficolta’ con cui il nostro territorio si confronta quotidianamente e per individuare un messaggio propositivo alle nuove generazioni per la valorizzazione delle risorse umane e strumentali in una terra che oggi piu’ di prima deve ricominciare a coltivare speranze.
In realtà tutti siamo stati relatori del romanzo e, soprattutto, della positivita’ che abbiamo insieme scoperto in esso e consegnato alla collettivita’: ricominciare significa sacrificio, investimento di tutte le risorse, capacita’ di mettersi in gioco e amore per i veri legami che la famiglia e un progetto lavorativo condiviso sanno creare. In tal senso tutti insieme abbiamo fatto "cultura" perché abbiamo costruito un significato da portare avanti nella quotidianita’, perché leggere un libro deve aprire nuovi orizzonti dando una delle possibili chiavi di lettura della controversa e multiforme realta’ in cui viviamo.
 
Francesca Caronna

Il Romanzo della Pasta Italiana. Omaggio alle Officine Meccaniche Reggiane e al Mulino e Pastificio Russo. Gli archivi fanno vivere le vicende delle due aziende, e oggi custodiscono un pezzo importante della storia della pasta italiana. L’Archivio Digitale Reggiane, presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, conserva anche parte dell’Archivio Pasta Russo 1875 di Termini Imerese (Pa). Una vicenda narrata pure nel romanzo storico "La Voce del Maestrale" di Nunzio Russo vincitore del Premio Elmo 2014 (sez. scrittori) – Rizziconi RC, 6-7 settembre 2014. Il romanzo è pubblicato da EEEbook, 2014 quarta edizione, isbn 978-88-6690-214-0

 Oggetto: da Barbara

 

Carissimo Nunzio,

questa notte ho terminato di leggere "La Voce del Maestrale" e ti scrivo per complimentarmi con te innanzitutto per la scrittura e poi per la complessità della storia: una saga familiare che tocca momenti storici di importanza fondamentale, ma anche momenti familiari e sentimentali.

Il maestrale diventa uno dei protagonisti del romanzo e con lui la tua Sicilia. Ne traspare il tuo amore profondo per la tua terra e un’ottima conoscenza del territorio.

Ti ringrazio per questo omaggio che mi ha fatto meglio conoscere te, la tua terra e l’amore per tradizioni che non conoscevo. Ma sa essere anche un messaggio chiaro contro il sistema mafioso e una voce di speranza.

 

Un abbraccio

Barbara

 

13 maggio 2010

 

  

 

 

"Ogni volta che sentite soffiare il maestrale sicuramente Nunzio Russo è in una scuola, in un convegno, in una fiera di libri, in mezzo alla gente a raccontare la sua storia, la storia della sua famiglia, la storia della Sicilia attiva, la storia della pasta che tanta libertà avrebbe potuto continuare a dare".

Nunzio Russo è l’autore del romanzo La voce del maestrale cui oggi si aggiunge un saggio dal titolo Il romanzo della pasta italiana, che mette in luce la Sicilia produttiva, quella che tra fine Ottocento e prima metà del Novecento si contraddistingueva per la produzione di pasta.

“La voce del maestrale” di Nunzio Russo è un avvincente romanzo storico, mentre nel pamphlet "Il romanzo della pasta italiana" è sviluppata un’analisi del presente di questa industria della nostra terra, attraverso la retrospezione e le manifestazioni della cultura popolare. In questo suo romanzo, grazie al quale l’autore lo scorso settembre ha vinto il Premio Elmo 2014 – Sezione Scrittori (Rizziconi RC), Nunzio Russo traccia un affascinante percorso storico della pasta attraverso la vita dei suoi personaggi. Una storia di “amore e produttività” in una Sicilia povera e immutabile, dove il lavoro, la fatica e le tradizioni sono l’alimento fondamentale di una famiglia di pastai e di un territorio che ha assistito all’ascesa ma anche purtroppo al declino di una delle sue principali fonti di ricchezze. Nunzio discende da antichi produttori di pasta siciliana ed è con un profondo amore per la sua famiglia, la sua terra che da volontario raccoglie da molti anni documenti, testi, fatture, conti, bolle di consegna, macchinari d’epoca e racconti antichi sulla pasta, trasferendoli in scrittura e in power point a vantaggio delle nuove generazioni e della memoria storica.

La pasta è nata in Sicilia intorno al 1154. “Non si può dire con precisione però esattamente quando e dove è nata – ci tiene a chiarire l’autore – perché nasce con l’impasto della massaia che mette insieme farina e acqua. Ci sono dei documenti, comunque, come quello del geografo arabo Al Idrisi, che ci parlano della produzione di pasta in una località tra Termini Imerese e Trabia appunto nel 1154. Certo è che i primi mulini necessitavano della forza meccanica dell’acqua per le macine, quindi non potevano che sorgere nelle vicinanze di fiumi”. E Termini Imerese di fiumi ne ha ben cinque. Lo scrittore, figlio di due famiglie di pastai, “Russo” di Termini Imerese e “Messineo” di Trabia, descrive nel suo romanzo, – sua opera prima, a cui sta scrivendo un prequel di cui non vuole ancora parlare -, l’industria pastaia del suo territorio tra ‘800 e ‘900. “La voce del maestrale” è un romanzo arricchito poi da aneddoti e curiosità, da documenti storici, lettere, disegni, che tracciano lo svolgersi della storia che si dipana cronologicamente dal 1910 al 1940, ma che grazie al susseguirsi di flashback e flashforward coinvolge la memoria dei personaggi indietro negli anni e in avanti sino il 1996.
 
Romanzo in parte autobiografico, in parte inventato, “La voce del maestrale” è la saga familiare dei Musumeci che si sviluppa tra eventi storici d’interesse rilevante, come la prima e la seconda guerra mondiale, il ventennio fascista, la campagna d’Africa, lo sbarco in Sicilia delle truppe americane, l’avvento della Repubblica, il boom economico e ciò che ne consegue. Que

Condotta in maniera impeccabile e con grande professionalità da Milena Privitera, la presentazione del libro “La Voce del Maestrale” di Nunzio Russo ha dato vita ad una coinvolgente serata dove le vicende dell’imprenditoria siciliana si sono intrecciate a vividi ricordi di famiglia, la “storia” si e’ travestita da “romanzo”, il testimone della lotta contro le sopraffazioni e la violenza e’ passato integro alle generazioni che si succedono…

L’associazione “Arte & Cultura a Taormina” ringrazia Babilonia Taormina Officina Culturale ed il Metropole Taormina Maison d’Hôtes per avere collaborato alla riuscita di un evento così culturalmente intenso e significativo. 

Un grazie, particolare, all’amico Armando Vincenzo Vinciguerra Jacoterrano che, immancabile, immortala con le sue splendide foto i nostri eventi! 

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