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Nunzio Russo

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Mentre viaggiavo in Africa, un sacerdote missionario di nazionalita’ eritrea mi disse: – Sei siciliano? Allora, sei come noi. Un africano del nord!

Spesso un viaggio ti dà molto. Mai come in questo caso è stata detta cosa più esatta. Il Pavon Centre di Asmara è una missione e dunque un luogo di fede, ma è anche un centro di cultura. Dentro un enorme capannone c’è una biblioteca che contiene migliaia di volumi, forse, la più fornita di tutta l’Africa. E’ aperta nel pomeriggio e la frequentano centinaia di studenti eritrei. E’ lì che ho conosciuto frate Elezio.

La cara amica suor Anna Rosanna Abrahà, mi aveva suggerito di andare a parlare con lui di storia. Sono andato. E come tante volte accade da quelle parti, invece di incontrare un vecchio prete italiano, ho avuto il piacere di stringere la mano ad un uomo ancora vigoroso e nel pieno della maturità. A proposito della guerra d’indipendenza Eritrea terminata nel 1991 con la sconfitta etiope e la rotta di Barentu, così mi ha detto:- L’ Etiopia è attualmente governata dai tigrini, allo stesso modo dell’Eritrea. Ma è davvero tutto finito?.

Aveva ragione. Subito dopo la mia partenza dall’Africa,  è scoppiata una nuova guerra di confine tra Etiopia e Eritrea per la città di Badammè. Non ci sono finito in mezzo per un caso fortunato. Nella battaglia morirono oltre 19.000 soldati eritrei, e così il successivo disatro economico ha determinato una migrazione della popolazione fino alle coste italiane. Cosa a tutti oggi nota. 

dagli appunti del mio viaggio in Africa alla ricerca delle fonti necessarie alla stesura de La Voce del Maestrale

Cari lettori,

oggi voglio proporvi l’intervista a uno scrittore siciliano che ha pubblicato un libro molto particolare per rendere onore alle tradizioni del nostro paese, studiando la storia gastronomica e l’etnostorica della pasta, alimento invidiatoci da tutto il mondo.

Nunzio Russo, originario di Palermo, discende da antichi produttori di pasta alimentare siciliana; sin dall’adolescenza si è accostato all’attività imprenditoriale paterna e oggi è un affermato imprenditore.

Da tempo raccoglie testi antichi e classici trasferendoli su supporto elettronico a vantaggio delle future generazioni e collabora con alcuni giornali e riviste. Si è fatto conoscere ai lettori con il Premio letterario Elmo nel 2014 grazie al romanzo La Voce del Maestrale, giunto ormai alla sua quarta edizione.

Il Romanzo della Pasta Italiana, pubblicato nel 2015, è un saggio sulla storia e le vicende del Made in Italy più famoso nel mondo. Le sue opere sono arricchite dalle edizioni tradotte in lingua inglese.

Lo abbiamo incontrato e intervistato per voi:

Da dove nasce l’idea di scrivere “Il romanzo della pasta italiana”?

Sono stato invitato a Taormina per raccontare come nascevano e si affermavano le aziende famigliari italiane che nell’ottocento hanno dato il via al Made in Italy più famoso: quello della pasta, la regina della Dieta Mediterranea. Tali aziende, alcune davvero importanti, in prevalenza avevano sede nel mezzogiorno d’Italia e in particolare in Sicilia. Il pubblico di quell’occasione era costituito dagli studenti della University Of Minnesota in viaggio di studio nel nostro paese. Negli Stati Uniti c’è molta attenzione riguardo il cosiddetto family bussines, tanto da farne materia di studio, perché considerato in grado di competere con le grosse compagnie multinazionali in alcuni settori produttivi o del commercio. Da quell’incontro con i ragazzi d’oltreoceano nasce il progetto di Il Romanzo della Pasta Italiana.

Questo libro è diverso da quelli che ha scritto precedentemente; cosa ha voluto trasmettere ai suoi lettori?

La pasta è un ritaglio oltremodo essenziale della memoria e della civiltà italiana, non solo di quella gastronomica e più popolare. Da qui l’elogio a tutti quelli che con il proprio lavoro hanno lasciato un messaggio alle nuove generazioni e oggi hanno giusto riposo. Un invito anche ai nuovi imprenditori come a tutti i giovani, donne e uomini, affinché possano meditare. Fare impresa non è un gioco. E’ una missione supportata da onestà e da capitali. Bisogna essere pronti a perdere tutto e avere la forza di resistere alla prepotenza.

Cosa le ha lasciato questa esperienza di ricerca?

Il Romanzo della Pasta Italiana è un saggio legato all’etnostoria. Nella ricerca mi sono affidato a diverse fonti, spaziando da quelle canoniche in forma scritta alle tradizioni orali.  Dunque non è stato uno studio del passato fine a se stesso, ma un’analisi del presente basata sulla retrospezione e le manifestazioni della cultura popolare. Come spesso avviene quando uno scrittore di romanzi sviluppa un’inchiesta incontra uomini che lasciano il segno e realizzano fatti. Ho ringraziato, citando tutti. Ma, in verità, doveva essere un elenco molto più co

From an old mentor’s tale and an unexpected missionary doctor’s manuscript, the story of a numerous family belonging to the southern middle class takes shape.
  In the timespan of one hundred years, the fortunes of men and women belonging to the same dynasty become ‘an incredible story, which is true like the fury of the wind, like the Maestrale voice.’ And in the background, a magnificent Sicily and Africa, that is closer than we could ever imagine.

    The story of this novel is inspired by real events. This tale also represents the only trace left about an epic which goes beyond the Sicilian boundaries; in it we can find both notable personages and less famous faces, which give authenticity to the story.
  This is the most recent story of the Italian pasta, whose origins go back to the Kingdom of Sicily and to King Roger II.

    I wish someone would decide to visit Eritrea in the future and, once in Keren, turn where the Afabet crossroads is, reaching the St Maryam Deari Chapel, which lies in a baobab tree. There, hanged at the bark of the tree, there’s a typewritten tale. And I also wish this traveler would go on top of the hill which overlooks the whole city, crossing then the threshold of the Heroes’ Cemetery. He would be received by an old Askari, who was a child seventy-five years before; now he lives there and will show the traveler the tree-lined roads of the small war memorial. On the right, there are the natives’ graves; on the left, the Italians’. In the middle lies an Italian brigadier general and his soldiers. Above those heroes, the Italian and Eritrean flags fly in the savannah wind.

   The novel reveals the desire of giving voice to the best part of the southern people. These persons are the men and women who, with their lives, have left to the new generations a positive message, starting in fact the agroindustry and the most famous Made in Italy.

   At the same time, the protagonists live their loves and disillusions, their successes and defeats, according to their personal ideals. The Maestrale voice descends on the events like a soundtrack, pushing life towards those values and virtues that make of it a sacred good.

   The baron of Mezzocannolo, the main character and hero of this story, beat the evil and pushed it away. And this is why he was happy and free

The Maestrale Voice talks about the ancient time of Sicily, hidden between the magnificence of the countryside and the blue sea. Totò Musumeci grew up listening to that voice, and he came to know the ancient stories that became legend. Now, a mysterious force calls him to be part of a secret adventure, while the wind tries to cover up everything with its raging howl.

   Totò is the grandchild of the baron of Mezzocannolo, who was killed by the Mafia. He is also an industrialist. The pasta factory he inherited belongs to the tradition, and he must protect it against the prince of Granata’s duress, like his grandfather did before him. The prince of Granata funded that village, and he rules it all.

   But times change, and the baron’s dynasty dies out, although the evil done is still the same. The Sun on Earth disguises himself, hiding behind charming semblances, and has become more and more dangerous.

   Totò will fight against him till the end, sure that after him someone else will follow in the past generations’ footsteps. And, that day, the Maestrale voice will be the cry of a people who gains their freedom.

Nunzio Russo with a great act of love for the truth and the culture about  the pasta, the Queen of the Mediterranean diet, the intangible cultural heritage of humanity, Unesco 2010, donated the oldest documents of the Russo Pastificio to digital archive of Reggio Emilia, maintained by the University of Modena and Reggio Emilia, making it accessible to students and researchers. The Reggiane, in Reggio Emilia, were the suppliers of equipment by which they produced the raw material of Sicilian pasta and were the builders of an industrial machine, the groats cleanser, which for years helped to produce pasta in Termini Imerese in Sicily. The Purifier today has returned to Reggio Emilia thanks to Nunzio Russo, and is exposed at the entrance of the Technopole Reggiano of Unimore. Every time you hear the Maestrale blow, definitely Nunzio Russo is in a school, at a Conference, at an exhibition of books, among the people to tell his story, his family’s history, the Sicily’s active history, the pasta’s history that much freedom could have continued to give.

Milena Privitera, blogtaormina.it 

Nunzio Russo’s The Maestrale Voice could be defined as a painting, rather than a novel. The author’s delicate pen gently describes a century of Sicily, specifically the part of the island that gave birth to the product that most represents Italy: the pasta. His vivid descriptions include all aspects of the reality of those days, never forgetting the wonders of that land. So its colors, its perfumes, its sunsets, but also its people’s faces and their moods, their behaviors, their real essence: all these elements emerge on the surface of a canvas made of words.


This novel is not only the story of a pasta plant, but also the story of the families that gravitate around it; the background of a country that went through war, governed by the Fascist Regime which, in that land kissed by the sun, has merged its interests with the ones of an obscure power: the Mafia. But besides all these events, what mostly delights the reader’s minds and eyes are the images of a 20th century Sicily, cradled by the immense blue sea, caressed by the intense Maestrale.

Everybody agrees that the pasta produced in Torre Annunziata and in Gragnano represents the excellence of the Italian production; in fact, it can’t be said that such products are to be despised. But to be fair, we ought to recognize that the place of origin of this industry is Sicily, and specifically Termini Imerese, where they produce pure durum wheat semolina pasta, without using heterogeneous materials as many other factories do.
On the shore, not so far from the city and close to the thermal establishment, there’s a new-built factory which is the result of many years of work. It belongs to the Russo Company, which has existed since 1875, and has been able to conquer an enviable place among the companies exporting Sicilian pasta.
Bontempelli e Trevisani, La Sicilia Industriale Commerciale e Agricola, Società Tipografica Editrice Popolare, Milano, 1903.

This book doesn’t just recall a family and a company’s events; above all, it recalls those who have left a message to the next generations by means of their work, and who now rest in peace. This book is also addressed to today’s businessmen, but also to all young persons, so they may think. Business is not a game. It is a mission supported by honesty and capitals. Giving work is both a charitable and laical action that requires courage. You might lose everything and you need to be strong enough to face prevarication.

Un piccolo, prezioso documento sulla pasta e sui pastai siciliani, testimonianza, anche, di come si faceva imprenditoria in Sicilia, nell'Ottocento e meta' del Novecento. Figlio di due famiglie di pastai, l'autore parla della storia della pasta in Sicilia, come un romanzo, partendo dal 1100 e arrivando ai giorni nostri, portando alla luce, con documenti alla mano, il successo e il declino di numerosi pastifici siciliani, che hanno dovuto soccombere a quelli delle regioni settentrionali, molto più grandi, più all'avanguardia, meno artigianali. " Il sogno dei pastai di Sicilia, la terra dove e' nata la pasta, e' stato portato via dall'inesorabile scorrere del tempo".

L'amore dell'autore nei confronti della cultura della pasta e' dimostrato anche dal fatto di aver donato i più antichi documenti del Pastificio Russo all'Archivio Digitale Reggiane, tenuto dall'Università di Modena e Reggio Emilia, rendendolo fruibile a studenti e ricercatori. Le Officine Meccaniche Reggiane di Reggio Emilia, infatti, erano i fornitori degli impianti con cui si produceva la pasta siciliana e furono i costruttori di una macchina industriale la pulitrice delle semole (all'interno del libro numerose immagini ricordano l'iter di produzione) che per anni ha contribuito a produrre pasta alimentare a Termini imerese e in Sicilia.

da Civiltà della Tavola, n. 285 settembre 2016, rivista dell'Accademia Italiana Della Cucina.

La pasta è nata in Sicilia, e il suo luogo d’origine è una zona compresa tra Termini Imerese e Trabia, in provincia di Palermo. I ricercatori ci comunicano notizie di questo prodotto unico nella storia della scienza alimentare fin dal 1154. Questo avvenne cento anni prima della nascita di Marco Polo, per centinaia d’anni considerato l’esploratore che – scopertala in Cina – la fece poi conoscere in Occidente. 

Il brano che avete appena letto lo trovate ne Il Romanzo della Pasta. Un lavoro su cui da mesi ho buttato l’occhio visto la possibilità di integrarsi che ha con la mia rubrica dedicata alla cucina e che pure la Giornata Mondiale della pasta del 25 ottobre scorso mi ha ricordato. 

Non potevo perciò non segnalare il prezioso lavoro dello scrittore siciliano Nunzio Russo, discendente, tra l’altro, da entrambi i rami delle antiche famiglie di produttori di pasta alimentare siciliana: la “Russo” di Termini Imerese e la “Messineo” di Trabia

Un’opera che presenta lo sviluppo della pasta secca attraverso un affascinante percorso storico. 

 
Un’etnostoria della pasta alimentare, piena di suggestioni e di informazioni che dettano verità su uno degli alimenti principi della dieta mediterranea e della cucina mondiale. 

Un libro accompagnato inoltre da una cinquantina di immagini e impreziosito dalla prefazione di luminari come il prof.Carlo Clerici docente all’Università di Perugia e direttore dell’unità di gastroenterologia dell’Ospedale di Santa Maria della Misericordina di Perugia e il prof. Kenneth Setchell, direttore dellaClinica Mass Spectometry del Children Hospital

Il Romanzo della Pasta Italiana lo trovate disponibile in formato cartaceo e anche in ebook.

Vi voglio bene.  

Grazie.

 

E’ una pietanza originaria della zona di Palermo. Si prepara d’estate.

Una varietà della Zucca Lagenaria e’ la cosiddetta Serpente di Sicilia, lunga anche più di un metro e spessa dai quattro ai cinque centimetri circa. La pianta ha dei rami principali, dove si sviluppa il frutto. Da questi nascono dei secondi gettiti, dalle foglie con particolare consistenza vellutata, che si raccolgono insieme con i rametti. Queste cime, le più tenere, appunto i tenerumi, sono usate in cucina.

LA PASTA CON I TENERUMI

Ingredienti (per 4 persone):

300 gr Spaghetti (ma vanno benissimo anche Strangozzi Umbri o Reginette Napoletane)

8 rametti di Tenerumi

4 Pomodori per salsa da spellare

2 spicchi d’Aglio

1 piccola Cipolla

Sale e Pepe q.b.

Olio Extra Vergine d’Oliva q.b.

Preparazione:

Si comincia subito, preparando il picchi pacchio siciliano. Pelare i pomodori, togliere i semi e farne dei cubetti. Poi si taglia la cipolla a strisce molto sottili e si soffrigge in poco olio, unendo l’aglio tritato (oppure in camicia e poi toglierlo) e aggiungendo i pelati. Aggiustare sale e pepe, quindi far cuocere finché il pomodoro appassisce.

Si scelgono le foglie di verdura più verdi e vellutate: lavarle e tagliarle a strisce. Si cuociono i tenerumi in acqua salata per circa quindici minuti. Quindi si scola con un colino, ma senza strizzare, e avendo cura di mantenere l’acqua della pentola in ebollizione per la successiva cottura della pasta. Unire i tenerumi al picchi pacchio e mescolare. Infine si aggiunge la pasta al condimento, maneggiando con cura. Servire in un piatto di portata.

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